La tecnologia della CO2 transcritica trova sempre più consenso

Quando nel 2008 shecco iniziò il censimento degli impianti a CO2 transcritica nel mondo, se ne contavano solo 140 distribuiti solo nel retail e solo in Europa.

Oggi, l’ultimo censimento pubblicato nella Guida che shecco ha appena pubblicato, indica che ci sarebbero nel mondo oltre 35.000 impianti a CO2 transcritica distribuiti in tutti i continenti. Non solo. Le aree di applicazione di tale tecnologia si stanno espandendo: non la troviamo più solo ed esclusivamente nel retail ma sta dando ottimi risultati anche in applicazioni industriali – affiancando l’ammoniaca – e nei piccoli supermercati di vicinato (convenience store).

E ancora: all’espansione di applicazioni si accompagna l’espansione geografica: tali impianti non si trovano più solo in Europa ma in tutti i continenti e si contano anche applicazioni in paesi per definizione “caldi”, quali la Giordania, l’India o il Sud-Est asiatico. Questa espansione è indice di una tecnologia in continua evoluzione e che negli ultimi 10-15 anni ha fatto passi da gigante in termini di migliorie tecniche.

Se analizziamo un po’ più nel dettaglio i risultati presentati nella guida (disponibile liberamente QUI in inglese) si osserva che:

  • A livello globale il settore maggiore di applicazione rimane ancora il Retail
  • In Europa ci sarebbero ad oggi oltre 29.000 installazioni di cui il 90% in supermercati, il 5% in convenience store e il 5% in impianti industriali
  • Negli USA – nazione che ha iniziato più tardi rispetto all’Europa il passaggio alla tecnologia transcritica – gli impianti transcritici censiti sono 650, di cui il 93% in supermercati e il 7% in siti industriali
  • In Canada ci sarebbero 350 installazioni comprese piste di pattinaggio e data center
  • In Giappone ci sarebbero circa 5000 circa impianti transcritici di cui l’80% in supermercati di piccole dimensioni, una delle applicazioni più tipiche e diffuse in Giappone per la CO2

Sono numeri impressionanti, ma ancora più impressionanti sono le percentuali di crescita delle installazioni a CO2 transcritica nel solo periodo 2018-2020. Secondo quanto riportato nella guida, in questo breve lasso di tempo in Europa si è avuto un aumento delle installazioni dell’81%, negli USA del 76%, in Giappone del 42%, in Australia del 375%, per citare alcuni esempi.

Che piaccia o meno, la CO2 continua a diffondersi con trend invidiabili, tendenze che a ragion veduta portano molti a definirla come il refrigerante del futuro per il retail.  Ricondurre questo primato e queste tendenze solo a questioni di GWP è alquanto riduttivo. Se è proprio il retail che sta sancendo il successo di questa tecnologia, vuol dire che la sua forza risiede ben oltre l’immagine “green” dovuta al basso GWP ma ha sicuramente anche risvolti economici di non poco conto. E non a caso chi la ha installata riporta efficienze energetiche interessanti che automaticamente incidono sui costi in bolletta. Inoltre, le nuove tecnologie  transcritiche proposte da alcune aziende e già abbondantemente installate sul mercato, risultano molto facili da installare e gestire, oltre che molto affidabili.

Oltre al basso GWP dunque vi sono facilità di gestione, affidabilità, efficienze interessanti. Se questo ancora non basta per giustificare il successo della CO2, si può aggiungere che, scegliendo tale refrigerante, si evitano sorprese di ogni sorta da cui invece altre opzioni non mettono necessariamente al sicuro: inaspettate e dannose interazioni ambientali, inaspettati divieti legislativi… Non sono ipotesi fantascientifiche: basta ripercorrere a ritroso la Storia, senza nemmeno andare troppo indietro nel tempo per trovare esempi simili.

Questo discorso vale anche per i nuovi refrigeranti A2L per i quali si aggiunge che, in quanto infiammabili, richiedono l’installazione di particolari misure di sicurezza… oltre a un’ottima attività di PR nel caso si debba spiegare ai clienti del supermercato che dietro al banco si trova “un innocua manciata” di Kg di un liquido leggermente infiammabile.

Tutto sommato, mettendo insieme tutti questi elementi,  si capisce il perché dei trend della CO2 transcritica indicati sopra.