Non lontana dal centro città ma ugualmente ben collegata con le tangenziali, Verco Milano, rivenditore di pezzi di ricambio per refrigerazione e condizionamento, ha un magazzino di 2.500 m2, 300 marchi, 18.000 prodotti a catalogo di cui 8.000 in disponibilità immediata. Con questi numeri, l’Azienda è in grado di soddisfare tutte le richieste dei molti tecnici e impiantisti suoi clienti. Anche in tempi d’emergenza, quali sono stati i mesi scorsi. «Sebbene il lavoro sia calato molto, c’è sempre stata necessità di componenti da parte di chi doveva mantenere il funzionamento delle filiere essenziali» spiega Stefano Veronesi, insieme al fratello Roberto titolare dell’azienda. «Il magazzino di Verco Milano, sebbene con personale e orario ridotto, è sempre rimasto aperto. Questo è stato naturalmente possibile in primis grazie alla disponibilità dei nostri magazzinieri, che con turnazioni e misure di sicurezza in atto, ci hanno permesso di mantenere il magazzino attivo. E di questo siamo loro molto grati. Il personale d’ufficio è stato messo nelle condizioni di lavorare in remoto (rete informatica e linee telefoniche) nell’arco di due o tre giorni dall’inizio del lockdown.
I mesi di marzo e aprile sono stati caratterizzati da un calo drastico degli ordini, in particolare per alcune filiere come il condizionamento. «Ora il lavoro sta riprendendo e proprio quelle filiere che si erano quasi fermate, hanno ripreso a pieno ritmo». Però, molte aziende produttrici sono rimaste ferme per un certo periodo. «Certo, e questo ha sicuramente causato difficoltà nell’approvvigionamento dei componenti, ma il concomitante calo delle richieste ha fatto sì che fossimo in grado di soddisfare i clienti con quanto avevamo in magazzino. Dal canto nostro, nonostante la riduzione del lavoro, abbiamo continuato a fare ordini ai produttori in modo da arrivare a questo momento di ripresa con la sicurezza di poter essere adeguatamente riforniti. Cosa che è effettivamente successa». In Verco Milano dunque i magazzini lavorano nuovamente a pieno ritmo, pur con tutte le misure di sicurezza in atto previste dalla legge, mentre il personale degli uffici e i commerciali lavorano ancora da remoto: «Per ora tutte le attività commerciali di rappresentanza sono bloccate e non sappiamo quando potranno riprendere».
Quindi oggi lavorate essenzialmente con i clienti consolidati? «Essenzialmente sì. Con loro abbiamo lanciato il progetto che avremmo voluto presentare a Mostra Convegno ovvero il web shop, il nostro sito di e-commerce, che proprio in questi tempi dove è necessario ridurre al minimo i contatti e le presenze in magazzino, si sta rivelando estremamente utile. Infatti, grazie alla possibilità di ordinare online, prepariamo tutte le consegne in anticipo e quando sono pronte, il cliente deve solo venire a ritirarle, senza nemmeno la necessità di entrare in magazzino. Erano ben altre le condizioni e i fini per cui lo avevamo progettato, ma si sta rivelando uno strumento utile, per facilitare il lavoro anche in una situazione come questa».
Cosa via spettate dal futuro prossimo? «Non amo fare previsioni, men che meno in una situazione come questa dove l’evolversi delle cose dipende da troppe variabili fuori dal nostro controllo. Il grosso timore ora è come evolveranno i prossimi due-tre mesi, il vero banco di prova, visto che i pagamenti sono differiti di 60-90 giorni dalle consegne. Lì si vedrà cosa veramente ha lasciato dietro di sé questa crisi. Certamente, vi saranno situazioni con reali difficoltà e probabilmente vi saranno delle insolvenze perché alcuni settori si sono fermati quasi completamente. A complicare il tutto vi è una poco chiara situazione riguardo agli incentivi statali e fino ad ora non abbiamo visto molti dei nostri clienti riceverli, nonostante si trovino nelle condizioni per farlo. Vi sono invece settori che hanno potuto comunque lavorare e ritengo che chi può, ora più che mai abbia il dovere morale di tener fede ai propri impegni. Così abbiamo fatto noi, sia con lo Stato che con i nostri fornitori e naturalmente, prima di tutto, verso i nostri dipendenti, cuore e motore dell’azienda».