Lavorare ai Tempi del Covid

GAR Srl: azienda familiare a 360 gradi

Moira Antonini

«Le epidemie sono uno specchio, mostrano chi siamo davvero»: parola di Frank Snowden, professore emerito di Storia della medicina alla prestigiosa Università di Yale. E se vogliamo prendere per vera questa affermazione, allora l’immagine che l’attuale emergenza sanitaria ci restituisce della azienda GAR Srl è una immagine di cui andare orgogliosi.

L’Azienda è una PMI con sede nell’hinterland milanese e con un totale di circa 15 tra impiegati e operai. È specializzata nella realizzazione di componenti per refrigerazione e condizionamento, quali ad esempio valvole, filtri, raccordi, separatori d’olio, etc.

Si tratta di una azienda a conduzione familiare e nei mesi dell’emergenza sanitaria i dipendenti hanno potuto constatare che in GAR il concetto di conduzione familiare va ben oltre la ragione sociale. Ma partiamo dall’inizio. Come racconta Moira Antonini, insieme alla famiglia proprietaria di GAR: «Come tutte le aziende, abbiamo sin da subito rispettato le ordinanze governative e regionali, dotando i nostri dipendenti dei DPI necessari e adottando le misure di sicurezza richieste. Nel nostro caso quest’ultimo punto non ha richiesto particolari cambiamenti del lay-out aziendale perché i nostri spazi produttivi sono tali da permettere facilmente di mantenere le distanze tra gli operai. In più disponiamo di un cortile che abbiamo organizzato appositamente per le consegne, cosicché nessun corriere debba entrare direttamente in azienda. Abbiamo però sin da subito disdetto ogni incontro con i clienti».

Assicurazioni aggiuntive e corsi online: così GAR è stata vicina ai suoi dipendenti

Poi in marzo la situazione è peggiorata e GAR ha deciso di chiudere completamente l’azienda. Per gli amministrativi è stato introdotto lo smart working per alcune ore al giorno, in modo da assicurare almeno la reperibilità e un minimo di lavoro amministrativo. In queste settimane di chiusura sono stati evasi solo pochissimi ordini, i più urgenti, cioè per quei clienti delle filiere essenziali e comunque impegnando al minimo il personale della Azienda.

In questa situazione anomala, in cui ognuno era a casa “a cuocere nel suo brodo e nelle sue preoccupazioni” è stato importante per GAR far sapere al suo personale di esser presente e di poter contare sull’Azienda: «La chiusura è stata uno shock per tutti e in questa situazione molto delicata non volevamo che i dipendenti si sentissero abbandonati. E tanto meno volevamo trasmettere loro l’idea che avessero un ruolo esclusivamente produttivo nei confronti della azienda. Così abbiamo intrapreso una serie di misure che sono state molto apprezzate e che, sono sicura, hanno aiutato a superare questa situazione anomala e difficile». Per tutti i dipendenti e per i loro familiari GAR ha attivato una assicurazione aggiuntiva per un risarcimento nel caso di una malaugurata necessità di ricovero. Integrando i sostegni statali, l’azienda è riuscita a pagare gli stipendi pieni a tutti; a ogni persona è stata offerta la possibilità di fare un corso online, a scelta: «Qualcuno ha approfondito le conoscenze linguistiche, altri hanno scelto corsi di Auto-Cad, altri ancora corsi sul pacchetto Office. Volevamo che passasse chiaro il messaggio che per GAR i dipendenti non sono solo “forza lavoro”, ma veramente parte della famiglia che è l’Azienda».

La ripartenza? È una partita di filiera!

GAR ha parzialmente riaperto il 27 aprile, lavorando in deroga solo per le richieste più urgenti. E poi ha riaperto il 4 maggio. Come sarà la nuova normalità? «Sarà, appunto, nuova: guanti, mascherine, divisori in plexiglas, distributori di disinfettante ovunque, turni per mangiare. Questo sarà la normalità, almeno per un po’».

E voi, come datori di lavoro, come vedete il futuro? «Devo onestamente dire che il futuro mi causa un po’ di pensieri. Abbiamo avuto un congelamento di ordini e consegne a data da destinarsi. Non abbiamo ancora ordini in programma a lungo termine. Ma sono parzialmente ottimista perché siamo tutti nella stessa barca e questo ci obbliga a remare insieme e nella stessa direzione. Credo che questo sia un ingrediente importante per ripartire: che tutti vadano nella stessa direzione, rispettando le regole e gli impegni presi, anche di pagamento. Perchè se non riparte tutta la filiera, semplicemente non si riparte».

Verso una gestione più oculata del futuro

Se è vero che le epidemie sono uno specchio e mostrano chi siamo davvero, allora GAR ha scoperto lati di sé stessa che non conosceva: «Sotto molti aspetti ci siamo riscoperti più flessibili di quanto pensavo fossimo. Siamo riusciti a fare lo smart working, cosa che prima reputavo impossibile per una azienda piccola come la nostra. Invece si è rivelato possibile, e addirittura una risorsa preziosa e lo terremo presente anche per il futuro. Inoltre, in queste settimane siamo riusciti a mantenere la comunicazione con i nostri clienti molto comodamente anche a distanza con strumenti quali Skype o altri. Abbiamo sperimentato che anche questo tipo di comunicazione funziona con successo e molti incontri si possono risolvere così, limitando gli spostamenti ai casi necessari. È una gestione più oculata delle risorse aziendali e ambientali»