LAVORARE ai TEMPI del COVID

Beijer Ref Italy: fedeli ai propri valori anche nei momenti difficili

Fabio Fogliani

Sono passati ormai due mesi da quel 21 febbraio in cui l’Italia è piombata in questa situazione quasi surreale che, di ordinanza in ordinanza, ha portato il motore del Paese a girare solo al minimo sindacabile.  Poche le aziende manifatturiere che non hanno mai chiuso del tutto i battenti: quelle necessarie al mantenimento delle filiere essenziali, in primis filiera alimentare e farmaceutica.

Beijer Ref Italy con le sue filiali appartiene alla schiera di “quelli sul fronte”: fornendo componenti essenziali per la manutenzione di macchine e impianti del freddo, ha dovuto assicurare presenza sul territorio e un minimo di attività. «Più che di attività commerciale parlerei di un servizio – commenta Fabio Fogliani, Amministratore Delegato di Beijer Ref Italy – L’impegno per mantenere attivo un minimo di produzione e per assicurare ai nostri clienti l’apertura delle filiali e le consegne dei pezzi, mettendo al contempo in sicurezza il nostro personale, è tale da non poter veramente lasciare immaginare un qualche guadagno. Riteniamo però che sia nostro dovere contribuire a che il Paese possa andare avanti, almeno nelle sue attività fondamentali. È per questo che, nonostante le mille difficoltà, Beijer Ref Italy si è organizzata per rispondere alle necessità della filiera senza, al contempo, né mettere in pericolo i suoi dipendenti, né operare in maniera insostenibile per l’Azienda stessa».

Concretamente? «Sin da subito – e intendo da sabato 21 febbraio 2020 – abbiamo iniziato a recepire le delibere del Consiglio dei Ministri e la loro declinazione da parte di Regione Lombardia. Con una riunione della Direzione, in particolare con il prezioso sostegno del collega Leonardo Chiapparino, nostro responsabile finanziario e risorse umane, abbiamo iniziato a mettere in atto una serie di misure e cambiamenti nella strategia aziendale per poter rispondere velocemente alle contingenze. La nostra è una struttura molto snella e questo favorisce la veloce modulazione delle attività in base alle necessità».

Lavorare in stato di emergenza

Nella sede centrale dell’Azienda, a Milano, dal 24 febbraio – data della prima ordinanza restrittiva di Regione Lombardia – sono state cancellate tutte le visite ai clienti; dal 9 marzo – quindi prima della seconda delibera restrittiva – la totalità dei dipendenti della sede è stata abilitata al lavoro agile, fatta eccezione per gli operai dell’officina e dell’ufficio tecnico. Ora sono loro – insieme alla Direzione – gli unici a presidiare la sede di Milano, sebbene in numero molto ridotto e senza contatti interpersonali diretti. Per loro, come per i dipendenti delle filiali, la Direzione ha disposto i DPI necessari – mascherine, guanti, disinfettanti – e sono state date precise istruzioni per il mantenimento delle distanze di sicurezza. Dal 16 marzo le filiali della Lombardia sono aperte solo alla mattina e dal 26 marzo questo orario vale anche per tutto il resto d’Italia. Nelle 17 filiali è ammesso un cliente per volta e vige l’obbligo della distanza di sicurezza di almeno un metro con il personale. Solo da lunedì 20 aprile, alcune filiali che stanno registrando un aumento di clienti, hanno ampliato l’orario di apertura per permettere una distribuzione del traffico su più ore e limitare al massimo il rischio di assembramenti. Infine, in tutte le filiali e nella sede di Milano si portano avanti regolari e frequenti attività di sanificazione.

L’Azienda: unita anche se in smart working

«In una situazione in cui si è fisicamente divisi e distanti, ognuno confrontato con una gestione del quotidiano completamente nuova e peculiare, è fondamentale mantenere alta la motivazione dei dipendenti e fare sentire a ciascuno di loro che l’Azienda continua ad esser presente. Per questo, in quanto responsabile, curo contatti continui sia con i dipendenti della sede centrale in smart working, sia con quelli nelle filiali. La nostra struttura è abituata già da tempo a lavorare con strumenti di incontro a distanza. Conduciamo spesso attività di webinar o meeting online, quindi questa modalità di lavoro per noi non è nuova e la competenza acquisita precedentemente ci sta aiutando moltissimo». Tutto il personale è stato equipaggiato di computer portatili. Sono stati attivati canali per video-incontri e quotidianamente i gruppi di lavoro si incontrano per coordinare le attività. I contatti tra i collaboratori e con la Direzione sono regolari e continui.

Un libro tutto da scrivere

Ogni fine settimana la Direzione di Beijer Ref Italy si incontra virtualmente. In un clima di lavoro molto positivo e collaborativo, si confronta sulla situazione e adegua le misure a seconda delle necessità contingenti. Bisogna prendere decisioni in modo veloce e altrettanto velocemente tradurle in realtà. «La struttura agile e snella che ci contraddistingue facilita questo compito. Ma personalmente – afferma Fogliani – ritengo che oggi, in una situazione di forte incertezza e fragilità, la dirigenza di una azienda sia più che mai chiamata a svolgere compiti ben oltre quelli organizzativi, seppur questi siano ora già di per sé molto impegnativi. Credo che oggi più che mai essa debba “prendersi cura” del suo patrimonio più prezioso – i suoi dipendenti – garantendo loro serenità per il futuro, assicurando al contempo anche ai clienti l’affidabilità del rifornimento essenziale, il tutto senza raggiungere livelli critici per l’azienda in un momento di fatturati molto bassi. Stiamo scrivendo il quotidiano su un libro che ha tutte le pagine bianche, senza rigatura alcuna, senza istruzioni per l’uso o esperienze precedenti a indicare cosa e dove scrivere. Ogni giorno è una pagina nuova, che va possibilmente scritta con intuito, prontezza, velocità e molta empatia. La soddisfazione più grande è quella di avere avuto la conferma di lavorare con un gruppo di persone estremamente disponibili; in un momento di evidente emergenza, i dipendenti stanno dimostrando un senso di attaccamento e disponibilità all’azienda davvero emozionante».

La crisi come catalizzatore di possibili trasformazioni

Quando si tornerà alla normalità, di questo periodo rimarrà solo un brutto ricordo? «Da questa situazione abbiamo imparato tantissime cose. La crisi è stata un catalizzatore che ha fatto sì che alcune idee che erano magari già nell’aria e avrebbero avuto una loro evoluzione, siano state realizzate più in fretta. Penso, ad esempio, al lavoro agile, con il quale non abbiamo registrato un calo di partecipazione alle attività aziendali, anzi! Anche in una situazione di normalità, esso permetterebbe ai dipendenti di poter conciliare meglio vita privata e vita lavorativa, di affrontare con più serenità il quotidiano, pur assolvendo in maniera efficiente al proprio lavoro; a livello di società significherebbe, ad esempio, un contributo a diminuire il traffico sulle strade o l’inquinamento dell’aria. Sarà nostro compito analizzare, anche in un ritorno alla normalità, i lati positivi che abbiamo sperimentato durante questo periodo di crisi come base di partenza di nuove soluzioni e strumenti che introducano maggiori efficienze al servizio dei nostri clienti».