USA: tornano i limiti EPA all’uso di certi HFC

Il 7 aprile 2020 l’ong statunitense Natural Resources Defence Council – NRDC ha reso noto di aver vinto la causa contro l’Agenzia federale statunitense di protezione ambientale EPA e di poter così ricostituire in USA i limiti all’utilizzo di HFC ad alto GWP. Ma andiamo con ordine perché questa è una storia che parte da lontano.

Negli anni ’90, l’EPA – l’agenzia di protezione ambientale degli Stati uniti – approvò, come dovunque nel mondo, l’utilizzo degli HFC come sostituti di CFC e HCFC, risultati essere dannosi per l’ozono. Questa approvazione avvenne nel quadro del Clean Air Act e delle “politiche sulle alternative sicure” che rendevano e rendono tutt’oggi illegale sostituire una sostanza che impoverisce lo strato di ozono con un sostituto dannoso laddove l’EPA abbia stabilito che è disponibile una soluzione alternativa più sicura per l’ambiente.

Sulla base di questi regolamenti sia allora che oggi l’EPA deve tenere e aggiornare costantemente l’elenco delle sostanze considerate sicure e delle sostanze considerate invece vietate per usi specifici. Può succedere che alcune sostanze si spostino dal primo al secondo elenco qualora si affermino sul mercato alternative valide.

All’epoca, negli Anni ’90, gli HFC rappresentavano un miglioramento rispetto ai CFC e HCFC, dannosi per clima e ozono. Per questo essi si trovavano tutti, anche quelli ad alto GWP, nella lista delle sostanze permesse per sostituire quelle ozono lesive.

Ma nel 2015 l’industria aveva ormai sviluppato nuove alternative con un impatto climatico molto inferiore rispetto ad alcuni HFC. Sulla base della disponibilità di alternative più sicure, l’EPA ha dunque rivisto lo stato degli HFC spostandone alcuni – quelli ad alto GWP – dall’elenco delle sostanze sicure all’elenco delle sostanze vietate per usi specifici, inclusi in particolare usi nella refrigerazione commerciale.

A questo cambiamento la reazione di due aziende produttrici di refrigeranti – Arkema (francese) e Mexichem (messicana) – è stata quella di citare a giudizio l’EPA, sollevando due argomenti principali: che l’EPA non avesse l’autorità di vietare l’utilizzo di HC perché non ozono lesivi e che l’EPA avesse deciso in maniera “arbitraria e capricciosa”  la rimozione di sostanze .

La decisione del tribunale fu chiara: l’EPA non ha fatto una scelta “arbitraria e capricicosa”, l’EPA ha l’autorità di vietare l’utilizzo di alcune sostanze se vi sono alternative migliori, ma non può obbligare chi ha già fatto una transizione a intraprenderne una seconda e ha invitato l’EPA a modificare il regolamento adeguatamente. Tale decisione quindi permetteva di mantenere il divieto di passare da sostanze ozono lesive a sostanze dannose per il clima.

Nel 2018 l’EPA di Trump con amministrazione Pruitt decide non di modificare adeguatamente il regolamento ma di rigettarlo in toto e togliere quindi il divieto di sostituire ODS con HFC ad alto GWP. Quindi, invece di far rispettare la parte del regolamento che la corte aveva accettato e che avrebbe permesso di spostarsi più velocemente verso una eliminazione degli HFC ad alto GWP,  l’EPA lo ha eliminato nella sua interezza e soprattutto lo ha fatto senza alcun preavviso o opportunità di commento. Come invece prevede la legge

È per questo motivo che nel giugno 2018 l’ong ambientale  NRDC  –  Natural Resources Defense Council e un gruppo di Stati guidati da New York, hanno fatto causa all’EPA per per aver revocato illegittimamente i limiti sull’uso degli idrofluorocarburi (HFC), facendolo senza nessuna possibilità di commentare, come è invece richiesto dalla legge.

Il 7 aprile 2020 l’organizzazione NRDC ha reso noto di aver vinto la causa. Il tribunale ha infatti deciso che l’EPA ha agito illegalmente sospendendo i limiti sull’uso di HFC super inquinanti del clima. Il tribunale ha ripristinato il divieto di passare dalle sostanze che riducono l’ozono agli HFC in usi come i grandi sistemi di refrigerazione nei supermercati.

Pete DeMarco, delegato di NRDC ha affermato: «Questa è una vittoria importante per il nostro clima. La decisione del tribunale ripristina le sensate restrizioni sull’uso degli HFC che l’EPA aveva rimosso illegalmente. L’EPA deve garantire che, man mano che le aziende completano il passaggio dalle sostanze che riducono lo strato di ozono, passino a alternative più sicure degli HFC inquinanti del clima».

Quali saranno le prime conseguenze di questa decisione? «Due saranno le conseguenze principali –  spiega  David Doniger, Senior Strategic Director, Climate and Clean Energy Program – Innanzitutto, ci sono milioni di supermercati, edifici e altre installazioni negli Stati Uniti che hanno ancora apparecchiature di refrigerazione contenenti HCFC e CFC e decine di migliaia di strutture devono decidere ogni anno con cosa sostituire quelle apparecchiature. Le regole dell’era Obama proibivano a quelle strutture di usare HFC dannosi per il clima dove c’erano alternative più sicure. L’EPA di Trump ha sospeso tale divieto. La NRDC ha citato in giudizio l’EPA. Il tribunale questa settimana ha stabilito che l’EPA ha agito illegalmente e ha ripristinato il divieto. Pertanto, gli operatori di quei supermercati, edifici, ecc., sanno che non devono passare agli HFC. In secondo luogo, questo è un altro segnale all’amministrazione Trump per aver ignorato lo stato di diritto. Non si possono cambiare le regole per la salvaguardia ambientali con uno schiocco di dita.  Bisogna seguire il diritto amministrativo: presentare proposte, raccogliere commenti pubblici e rispondere ai commenti nelle loro decisioni finali. Quando si agirà diversamente, i tribunali penseranno a mantenere lo stato di diritto».

Sarà innanzitutto la refrigerazione commerciale a sentire le conseguenze di questa decisione perché essa riguarda i refrigeranti ad alto GWP che spesso sono usati come sostituti di HCFC e CFC. «Qualsiasi supermercato, edificio commerciale o altra installazione con apparecchiature HCFC o CFC ora sa che deve guardare oltre gli HFC per alternative più sicure per il nostro clima» conclude Doniger.

Secondo Danielle Wright, direttore di NASRC (North American Sustainable Refrigeration Council), organizzazione che si occupa di diffondere la conoscenza delle tecnologie di refrigerazione naturale, questa decisione è una buona notizia per i retailers che prima dovevano fare i conti con un patchwork di regolamenti statali. Questa decisione a livello federale è la via migliore per dare all’industria  chiarezza, certezza e consistenza.

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