L’UE e l’accordo di Parigi: verso la neutralità climatica

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Durante la plenaria del 25 novembre, il Parlamento europeo ha votato una risoluzione che chiede all’UE di fissare la neutralità climatica entro il 2050 come obiettivo a lungo termine nell’ambito dell’accordo di Parigi.

Il voto precede la Conferenza COP25 delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che si terrà a Madrid a dicembre.

L’accordo di Parigi mira a limitare il riscaldamento globale al di sotto di 2°C e a proseguire gli sforzi per circoscriverlo a 1,5°C al fine di evitare le conseguenze catastrofiche del cambiamento climatico.

L’accordo di Parigi è stato firmato da 194 paesi e dall’UE. Tutti i paesi del l’Unione europea sono firmatari per conto proprio, ma coordinano insieme le loro posizioni e fissano obiettivi comuni di riduzione delle emissioni a livello UE.

Obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni

Per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi, ogni cinque anni i paesi devono fissare obiettivi per i loro sforzi in materia di clima, aumentando nel tempo il loro livello di ambizione. Questi obiettivi sono noti come NDC (dall’inglese nationally determined contributions contributi determinati a livello nazionale). Attualmente è previsto che tutti i firmatari apportino aggiornamenti e nuovi obiettivi entro la fine del 2020.

Il 92 % degli europei concorda sul fatto che le emissioni di gas serra dovrebbero essere ridotte al minimo, controbilanciando al contempo le emissioni rimanenti, al fine di rendere l’economia dell’UE neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. 

(Fonte: sondaggio speciale Eurobarometro sull’azione per il clima, 2019)

Obiettivi climatici dell’UE

L’UE è stata la prima grande economia a presentare il proprio obiettivo di riduzione delle emissioni nel quadro dell’accordo di Parigi. L’obiettivo attuale dell’UE è ridurre le emissioni di CO2 del 40% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Tuttavia, c’è sempre più pressione per la creazione di obiettivi più ambiziosi.

Secondo una relazione sul riscaldamento globale del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) del 2018, se si vuole raggiungere l’obiettivo di 1,5°C  le emissioni globali devono raggiungere lo zero netto entro il 2050. Manifestazioni giovanili globali, scioperi scolastici per il clima iniziati dall’attivista svedese Greta Thunberg, e un sondaggio Eurobarometro del 2019 mostrano che gli europei sono disposti a rafforzare gli obiettivi climatici.
I capi dell’UE discuteranno il cambiamento climatico e gli obiettivi a lungo termine dell’Unione europea in occasione del vertice di dicembre, e l’UE dovrebbe presentare alle Nazioni Unite la sua strategia aggiornata all’inizio del 2020.