EFCTC: importanti differenze tra gli Stati membri nella attuazione e applicazione del regolamento sui gas fluorurati

Il Comitato tecnico europeo per i fluorocarburi (EFCTC) ha effettuato un’analisi della attuazione e applicazione del regolamento sui gas fluorurati 517/2014 in 12 Stati membri: Austria, Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Olanda, Polonia, Slovacchia e Regno Unito.

Lo studio, eseguito da un rinomato ufficio legale, ha rivelato grandi differenze tra i soggetti partecipanti. Alcuni Stati membri, infatti, dispongono di norme penali o civili dettagliate, mentre altri non hanno ancora pienamente attuato il Regolamento 517/2014.

«Il nostro studio ha mostrato grandi discrepanze nel modo in cui gli Stati membri gestiscono attualmente l’applicazione del regolamento sui gas fluorurati contro il traffico illecito di HFC» ha dichiarato il dott. Nick Campbell, presidente dell’EFCTC. «Mentre non è possibile descrivere i dettagli, in quanto ciò indicherebbe ai trafficanti di HFC i paesi in cui poter effettuare importazioni illegali impunemente, ci rivolgeremo ad alcuni Stati membri individualmente per discutere costruttivamente la loro strategia di applicazione per raggiungere il nostro obiettivo comune. Allo stesso tempo, condivideremo i risultati dello studio con la Commissione, cosicché essa sia dotata di un quadro più completo delle differenze».

Lo studio ha anche dimostrato che ben pochi casi contro i trafficanti di HFC sono già stati portati avanti nei tribunali, nonostante diversi Stati membri abbiano effettuato sequestri significativi di prodotti illegali. Questo dovrebbe cambiare nel prossimo futuro.

Molti Stati membri stanno intensificando le attività per impedire il commercio illegale bloccando le spedizioni alla frontiera, verificando le quote per l’importazione e verificando che i contenitori soddisfino i requisiti di legge per il trasporto e l’utilizzo nell’Unione Europea.

«Confidiamo che i nostri risultati incoraggeranno gli Stati membri ad attuare sanzioni ferme e dissuasive per il contrabbando di HFC nell’Unione europea» ha affermato il dott. Campbell. E ha aggiunto: «Stiamo prendendo in considerazione un ulteriore studio sull’attuazione e l’applicazione negli altri Stati membri, non incluso in questo primo lavoro legale. Vi è un forte bisogno di fermare il traffico illegale di HFC che rallenta il passaggio ad alternative a GWP più basse come richiesto dall’UE, aumenta le emissioni di HFC che hanno un alto potenziali di riscaldamento globale (GWP) e causa danni economici agli Stati membri a causa della perdita di entrate fiscali e alle aziende che hanno già apportato la modifica alle alternative GWP più basse». E – aggiungiamo noi – costituisce un potenziale pericolo per la sicurezza di tecnici e utenti finali.