Il 1° marzo 2021 entreranno in vigore i Regolamenti Ecodesign ed Energy labelling per tutti gli apparecchi che dal Direttorato per l’Energia della Commissione europea vengono indicati come Lotto 12: apparecchi per la refrigerazione commerciale destinati alla esposizione e alla vendita di prodotti freschi e surgelati. Per questa categoria merceologica la necessità di rispettare obblighi di Ecodesign e di apporre una etichetta è una novità assoluta. Per facilitare la comprensione del significato e dell’importanza di una etichetta energetica in questo settore, EPTA, produttore interessato da questi nuovi obblighi, ha organizzato un evento con alcuni stakeholder del retail. Francesco Scuderi – Vice-segretario generale Eurovent – è intervenuto per spiegare la nascita, i motivi e l’interpretazione della futura etichetta energetica, così come le conseguenze sul mercato delle due direttive.
Ecodesign ed Etichetta energetica: due direttive, un obiettivo
Le politiche europee di efficienza energetica per i prodotti connessi all’utilizzo di energia, vedono numerosi strumenti legislativi, di cui alcuni obbligatori e altri volontari.Tra gli schemi obbligatori negli Stati Membri ricadono quelle che sono, forse, le due direttive più famose per l’efficienza energetica, ovvero la direttiva Ecodesign (o progettazione ecocompatibile) e la direttiva Energy Label (o etichettatura energetica). La prima mira alla determinazione e imposizione di requisiti minimi,stringenti di consumo energetico dei prodotti. La seconda definisce le regole per l’etichettatura specificante l’efficienza energetica di un prodotto. Le due direttive sono collegate tra loro nell’effetto che determinano sul mercato.
La Direttiva Ecodesign (Direttiva 2009/125/EC) regolamenta le caratteristiche minime di consumo energetico per tutti i prodotti che sono connessi all’utilizzo di energia, ovvero di ogni bene che ha un impatto sul consumo di energia durante il suo uso. La Direttiva, recepita da tutti gli Stati Membri, si riferisce ai prodotti che sono costruiti nell’area economica europea così come a quelli importati da altri paesi. Lo scopo ultimo della Direttiva è migliorare l’impatto ambientale in termini di consumi energetici dei prodotti presenti sul mercato. Quei prodotti che non rispettano i requisiti Ecodesign per la propria categoria non possono essere immessi sul mercato europeo. La direttiva Ecodesign agisce principalmente sul lato della produzione, portando l’industria a dover immettere sul mercato prodotti sempre più efficienti. Agisce anche come selezione di quanto arriva sul mercato: prodotti che sono progettati male e, di conseguenza, consumano troppa energia, vengono eliminati da esso.
La Direttiva Etichettatura energetica (Direttiva 2010/30/EU), invece, definisce una serie di requisiti di etichettatura per prodotti connessi al consumo energetico. Essa, per come sostituita dal Regolamento quadro Energy Labelling (Regolamento UE n.2017/1369),classifica il prodotto in base alla sua efficienza energetica in classi da A a G. Indica inoltre altre informazioni di impatto ambientale che possono risultare utili al consumatore durante l’acquisto (es: consumo di acqua, rumorosità, etc.).
L’etichetta è dunque uno strumento destinato alla informazione del consumatore per consentirgli un acquisto consapevole, promuovendo la scelta dei modelli con consumi più contenuti ed elevate prestazioni. Non elimina prodotti dal mercato ma permette, tramite l’informazione, l’acquisto di prodotti sempre più efficienti.
Sebbene le due direttive si riferiscano a portatori di interesse diversi, i produttori e i consumatori, esse sono parte di una unica strategia: aumentare l’efficienza energetica dei prodotti sul mercato. Un effetto tanto più importante quanto più diffusi sono i prodotti in questione e quanto maggiori sono le potenzialità tecnologiche di miglioramento. (Figura 2)
Cosa cambierà per l’acquirente?
In seguito alla entrata in vigore dei due Regolamenti, gli acquirenti dovranno aspettarsi di trovare su ogni apparecchio, anche in fase di offerta, una etichetta energetica. «Sicuramente le prime due classi energetiche A e B per i primi anni saranno vuote, perché destinate alle best NOT available technologies – spiega Francesco Scuderi – Probabilmente, i migliori apparecchi saranno in classe C». Si richiede qui dunque un cambio di prospettiva da parte dell’acquirente: «Chi nel 2021 comprerà un apparecchio in classe C o D dovrà esser consapevole che sta comprando il meglio che in quel momento gli offre il mercato. Sarà poi l’innovazione e l’evoluzione verso apparecchi sempre migliori che permetterà col tempo di riempire anche le prime due classi». Questo è d’altronde esattamente il meccanismo di funzionamento dell’etichetta energetica: invogliare i costruttori a salire nella scala, mettendo sul mercato apparecchi sempre più efficienti.
Una importante osservazione: «La valutazione dei consumi energetici di ciascuna tipologia di apparecchio e, di conseguenza, la destinazione a classi energetiche diverse in etichetta è stata fatta considerando diversi parametri: tipologia del mobile (plug-in o remoto); temperatura di esposizione (bassa o media); tipologia di prodotto da esporre (carne o latticini o altro). Questo ha permesso di definire classi energetiche e requisiti minimi ecodesign adeguati a ciascuna tipologia di apparecchio e destinazione di uso. Si tratta di un particolare molto importante per il Lotto 12 perché, sebbene gli apparecchi considerati siano omogenei per la destinazione di vendita, non lo sono in termini di tecnologia e dunque di possibili consumi energetici».
L’articolo completo sul prossimo numero di ZeroSottoZero