Progetto Drawdown: anche il freddo tra le prime 100 soluzioni per invertire il cambiamento climatico

In inglese si chiama “drawdown” il momento in cui la concentrazione di gas serra nell’atmosfera inverte la rotta e inizia a diminuire di anno in anno. Un’utopia? No, perché le tecnologie che permetterebbero di realizzare questa inversione sono già qui. Bisogna “solo” applicarle su scala mondiale e in maniera più distribuita. Questa è, se non altro, la convinzione del Progetto Drawdown che unisce un gruppo di studiosi, scienziati, imprenditori e sostenitori di tutto il mondo per mappare, misurare, modellare e comunicare le potenzialità di tutta una serie di soluzioni tecnologiche per fermare il riscaldamento globale, con l’obiettivo di raggiungere, appunto, il drawdown.

Secondo i membri del Progetto Drawdown, ad oggi l’impatto positivo delle soluzioni tecnologiche in grado di offrire una soluzione al cambiamento climatico non è ancora dispiegato appieno, ma le tecnologie sono già tutte qui, ampiamente note e conosciute. Il Progetto Drawdown è stato fondato nel 2014 dall’autore, imprenditore e ambientalista Paul Hawken.

Dalle analisi condotte fino ad ora è nato un libro, un atlante mondiale delle 100 soluzioni più effettive contro il riscaldamento globale. Per ogni soluzione identificata, se ne descrive la storia, l’impronta carbonica, i relativi costi e risparmi, il percorso verso l’adozione e come funziona. Tutte le soluzioni modellate sono già in atto, ben comprese, analizzate in base alla scienza, sottoposte a revisione paritaria (peer review) e si stanno espandendo in tutto il mondo.

Il Progetto Drawdown non ha creato o ideato un piano, non ha creato nulla di nuovo, ma ha cercato di fare un riassunto della  “saggezza collettiva dell’umanità”, manifestata in pratiche e tecnologie applicate e trovare quali di esse siano in grado di avere un impatto positivo per il cambiamento climatico.

Perché scriviamo tutto questo? Perché tra le 100 soluzioni identificate nell’atlante di Drawdown come le più efficaci oggi contro il cambiamento climatico ve ne sono due che riguardano proprio direttamente il settore del freddo: la gestione dei refrigeranti a fine vita e le pompe di calore.

La gestione del refrigerante

Il Progetto Drawdown definisce la gestione del refrigerante come il controllo delle perdite di refrigeranti dagli apparecchi esistenti attraverso migliori pratiche di gestione e recupero, il corretto recupero, riciclo o rigenerazione o la corretta distruzione di refrigeranti alla fine della vita. Questa soluzione sostituisce le pratiche di gestione del refrigerante convenzionali. Quasi tutti i refrigeranti sintetici hanno un elevato potenziale di riscaldamento globale e il loro rilascio nell’ambiente contribuisce al riscaldamento globale. Considerando l’enorme impatto che il rilascio di refrigeranti ha sul riscaldamento globale, i leader mondiali hanno accettato di eliminare gradualmente gli HFC e sostituirli con refrigeranti naturali con molto meno potenziale di riscaldamento nell’ambito dell’accordo di Kigali nell’ottobre 2016. I refrigeranti vengono emessi nell’ambiente durante l’utilizzazione degli apparecchi che li contengono, dalle banche di refrigeranti e al momento della manutenzione o fine vita degli apparecchi.

La gestione del refrigerante può essere effettuata ad esempio:

  • sostituendo i refrigeranti con HFC a basso GWP o sostanze non HF;
  • aumentando l’efficienza della refrigerazione;
  • controllando le perdite di refrigeranti dagli apparecchi esistenti mediante buone pratiche di gestione;
  • garantendo il recupero, il recupero / riciclo e la distruzione dei refrigeranti a fine vita.

La gestione del refrigerante è difficile da attuare in quanto gli apparecchi sono distribuiti ovunque. Esistono norme deboli in materia di controllo delle perdite di refrigeranti e recupero dello stesso a fine vita. Inoltre, non vi sono incentivi economici per il recupero di refrigeranti. Le barriere di finanziamento, formazione, tecniche e informative sono anche alcune delle limitazioni per l’adozione della soluzione. Al fine di aumentare l’adozione, le politiche e i regolamenti in materia di riciclo/gestione dei refrigeranti devono essere formulati e attuati. Norme severe come un divieto totale sullo sfiato dei refrigeranti e la responsabilità del trattamento dei refrigeranti devono essere introdotte nella legislazione nazionale.

Gli incentivi economici per il recupero, il riciclo e la distruzione di refrigeranti, come la questione dei crediti di carbonio nell’ambito del protocollo di Kyoto, contribuirebbero ad aumentare l’adozione di una migliore gestione nei paesi in via di sviluppo. Il rafforzamento delle capacità in questi paesi, compreso il trasferimento di tecnologia, contribuirebbe ad accelerare l’adozione di misure di gestione più efficienti.

Le pompe di calore

Il settore dell’edilizia in tutto il mondo utilizza circa il 32% di tutta l’energia generata; più di un terzo di questa è dedicate a riscaldamento e raffrescamento. Utilizzare sistemi di massima efficienza potrebbe ridurre il consume energetico del 30-40%.

I mezzi per raggiungere questo obiettivo ci sono e tra tutti uno in particolare si distingue proprio per efficienza: le pompe di calore.  Il Progetto Drawdown definisce le pompe di calore come dispositivi elettrici ad alta efficienza che raccolgono calore latente da fonti ambientali come terra, aria o acqua per l’uso nello spazio condizionato attraverso la compressione e l’espansione di un fluido di lavoro (refrigerante). Questa soluzione sostituisce i nuovi sistemi di riscaldamento, ventilazione e climatizzazione (HVAC) convenzionali, incluse caldaie a gas e petrolio, condizionatori d’aria per locali, condizionatori d’aria centrali, etc.

Le pompe di calore sono facili da adottare, sono una tecnologia affermata e già utilizzata in tutto il mondo. Possono fornire riscaldamento interno, raffreddamento e acqua calda, tutto da un’unità integrata. Se abbinati a fonti di energia rinnovabile e strutture edilizie progettate per l’efficienza, le pompe di calore potrebbero eliminare quasi tutte le emissioni da riscaldamento e raffreddamento. Inoltre, in alcuni casi, le nuove apparecchiature ad alta efficienza sono in realtà meno costose da installare rispetto a tecnologie meno efficienti.

Maggiori informazioni sul Progetto Drawdown QUI