Woolworths, the Good Business Journey verso la sostenibilità

Woolworths
Alex Kuzma, capo del Engineering Services Department di Woolsworths Sud Africa (Credits: Shecco)

Anche Woolworths Sud Africa ha obiettivi di sostenibilità molto ambiziosi e mira a divenire il retail più sostenibile al mondo. Oltre dieci anni fa l’Azienda ha elaborato una sua strategia – il  “Good Business Journey” – per posizionarsi strategicamente in prima linea nella sostenibilità e nella trasformazione nel mercato globale. All’interno di questa strategia la progettazione e le prestazioni della refrigerazione svolgono un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi ambiziosi legati all’efficienza energetica e alle emissioni di carbonio.

Il perché lo spiega Alex Kuzma, capo del Engineering Services Department di Woolsworths Sud Africa alla conferenza ATMOsphere Europe di fine 2018. «Dieci anni fa, quando abbiamo intrapreso il nostro percorso di sostenibilità, il 60% dei nostri consumi elettrici era dovuto alla refrigerazione. Questi a loro volta, erano per la maggior parte dovuti ai consumi energetici e solo in minor parte al refrigerante. Per questo sin da subito abbiamo deciso di occuparci di entrambi gli aspetti – refrigerante ed efficienza energetica. Guardare solo all’uno o all’altro non avrebbe portato ai risultati che volevamo». Analizzando gli sviluppi tecnologici Woolsworth si rende a poco a poco conto che ci sono molte soluzioni in grado di aumentare l’efficienza di un impianto di refrigerazione. Ad esempio, l’utilizzo di valvole elettroniche, di ventilatori a velocità variabile, l’eliminazione del defrost e l’utilizzo della COcome refrigerante.

Dieci anni fa le sfide da affrontare per installare un impianto a COin Sud Africa non erano poche. «C’era il timore della complessità tecnologica, la difficolta di reperire componenti, la necessità di sviluppare competenze tra i tecnici e il costo che era ben del 45% in più rispetto ad impianti tradizionali». Ciononostante, Woolsworth decide di perseguire questa strada: nel 2009 apre il primo punto vendita con tecnologia subcritica e nel 2010 il suo primo punto vendita con tecnologia transcritica.

Dieci anni dopo
Che effetto ha chiudere i banchi frigo? Qui le misurazioni e i paragoni fatti da Woolsworths (Cliccare per ingrandire) (Credits: Woolsworths)

Dieci anni dopo Woolsworth è ancora soddisfatta della scelta: «La tecnologia a COè affidabile e semplice, i costi sono ormai neutri eccetto nel caso di piccoli supermercati ma crediamo che anche questo aspetto verrà presto risolto. A Chillventa, infatti, abbiamo visto interessanti proposte in questa direzione». Inoltre con gli impianti a COl’efficienza energetica è molto elevata, anche a temperature fino a 38°C.  «In ultima analisi sono molto poche le ore in un anno in cui il sistema funziona in maniera meno efficiente». Infine, vi sono interessanti possibilità di recupero calore. Se a tutto questo si aggiunge che anche in Sud Africa i costi per gli HFC stanno aumentando vertiginosamente, rimangono pochi argomenti per non installare la CO2. «Se dieci anni fa la domanda era quali potevano essere i costi per installare la CO2, oggi ormai la domanda è quali sono i costi se non la si installa» conclude Alex Kuzma.

Non solo CO2

Naturalmente il raggiungimento degli obiettivi di efficienza dell’Azienda non è solo deputato alla scelta della COtransritica. Vi sono una serie di misure che aumentano l’efficienza di un supermercato: il recupero di calore, sempre laddove sia possibile, l’installazione di dispositivismart meter, le chiusure dei mobili e dei banchi frigo e soprattutto la consapevolezza e competenza dei tecnici. A questo proposito Kuzma afferma: «Per quanto possa esser nuova una tecnologia, non sottostimate mai la capacità umana di adattarvisi e risolvere ogni complessità».

Per raggiungere i suoi obiettivi ambientali Woolsworths Sud Africa conferma il suo impegno a favore dei refrigeranti naturali, mira a raggiungere la neutralità economica anche per impianti più piccoli, si impegna a dotare tutti i mobili di chiusure e sta considerando la CO2 anche per i suoi centri logistici.