Decreto F gas: il parere di Assofrigoristi

Marco Masini, direttore operativo Assofrigoristi

Come riportato QUI, settimana scorsa è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il nuovo DPR che recepirà il Regolamento Europeo sugli F-Gas. Dopo aver riportato le reazioni di CNA e Confartigianato, diamo oggi voce ad Assofrigoristi in una intervista con il suo direttore operativo Marco Masini

  • Siete soddisfatti di questo importante passo?

Assofrigoristi è lieta della “buona novella”, ma ci preme sottolineare come, a causa dei ritardi accumulati, il settore, o meglio la maggior parte di esso, abbia navigato a vista senza alcun riferimento per anni, superando con molti interrogativi il primo scoglio del cosiddetto phase-outdei refrigeranti ad alto GWP e subendo senza alcuna consapevolezza l’incremento inusitato dei prezzi. Non solo. Le pratiche di verifica e controllo degli impianti al fine di impedire o, quantomeno, ridurre le perdite di fluorurati in ambiente hanno continuato (e continuano) a riferirsi ai vecchi limiti in chilogrammi, invece di essere attuate in virtù del potenziale di inquinamento termico equivalente, inteso in tonn CO2eq

  • Ma non siamo ancora al capolinea…

Infatti. Il nuovo DPR approvato dal Consiglio dei Ministri è il recepimento di un Regolamento ambientale Comunitario (il Regolamento (UE) 517/ 2014) e sarà completamente attuato soltanto con la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Questo a ben 5 anni dal momento in cui la UE l’aveva reso disponibile ai cittadini e alle imprese. Teniamo conto che il precedente Regolamento F-Gas era del 2006 (Reg. (CE) 842/06) ed è stato  recepito in Italia 6 anni dopo (col DPR 43/12). Siamo migliorati di un anno, ma è proprio questa una delle pesanti osservazioni che il Consiglio di Stato aveva fatto nelle sue note dei mesi scorsi.

  • Cosa apprezzate in particolare di questo Decreto?

Apprezziamo, ad esempio, il fatto che si sia restituito ad ISPRA il suo ruolo di ente di ricerca e che il registro F-Gas sia stato portato – con il registro delle persone e delle imprese – nelle competenze e disponibilità delle Camere di Commercio. Questo faciliterà (e su questo apriremo certamente un fronte) il controllo incrociato delle certificazioni e della installazione e gestione degli impianti, che passa attraverso il possesso della Certificazione F-Gas, dell’iscrizione nell’albo dei gestori ambientali e dell’iscrizione nel registro delle imprese alla lettera “c” D.M. 37/08. Auspichiamo, a valle dell’interessamento del mercato e della diffusione delle nuove tecnologie (derivanti dagli effetti a valle del Regolamento 517/14, come le applicazioni a R744, R290 e R717, per citarne alcune) una specifica ulteriore e definitiva certificazione di competenza.

  • Quali criticità vedete ancora sussistere?
    credits: Assofrigoristi

Il nuovo Decreto indica la strada dei controlli, del commercio e delle abilitazioni, ma resta ancora pendente lo scoglio della verifica delle necessarie competenze. Non può bastare un “corso” di poche ore e una certificazione ambientale per fare un frigorista, una professione che a livello europeo è riconosciuta da una norma – la EN 13313 – ma che in Italia non ha riferimenti legislativi di supporto. Sarebbe come pensare che basta avere la licenza elementare e aver imparato a scrivere per fare il giornalista. È cioè una condizione sicuramente necessaria ma certamente non sufficiente!

  • Vi saranno nuovi oneri per le imprese?

Gli oneri per le imprese sono da valutare in relazione non solo al nuovo registro, ma anche alle RT, le Regole Tecniche che con ACCREDIA stiamo mettendo a punto, a definire gli oneri di sistema e – a valle – quelli per le imprese. Certo è che, se il settore sarà “protetto” da un adeguato apparato di controllo (prima) e sanzionatorio (dopo), quegli oneri saranno assorbiti e potranno rientrare in quell’importo che definisce il valore aggiunto delle imprese qualificate”

  • Quali passi futuri ritenete necessari?

I tasselli mancanti al sistema sono un consorzio per la gestione del recupero e rigenerazione dei refrigeranti (utile oggi per gli HFC ma, in futuro, anche per altri refrigeranti, come gli HFO), per una maggiore qualità ed efficienza nel funzionamento degli impianti, e tutte quelle azioni su cui Assofrigoristi ha già da tempo posto attenzione, come la formazione dedicata alle scuole per i frigoristi del futuro, un contratto di lavoro adeguato alle nostre imprese, un forte tavolo di filiera capace di interloquire proattivamente con i clienti finali e un legislatore più attento ad una tecnologia – quella legata al mondo dell’HVAC&R e del ciclo a compressione di vapore – che determina in modo fondamentale il nostro benessere, sia sul fronte alimentare, che industriale e sanitario.

  • In generale come si evolverà la situazione ora che il decreto è stato approvato?

Assofrigoristi ritiene che lo scenario reso disponibile dal nuovo DPR, ancorché in ritardo, disponga per una necessaria e auspicabile crescita del settore. Intravvediamo un interessante possibile riduzione delle emissioni inquinanti, reso possibile dall’incremento dei prezzi dei refrigeranti ad alto GWP che significa una maggiore attenzione alla ricerca perdite e ad una minore disponibilità di quei refrigeranti stessi; una improrogabile crescita delle competenze per l’avviamento di un sistematico e massivo recupero e riciclo dei vecchi refrigeranti dagli impianti che andranno a mano a mano in obsolescenza, così come un maggiore investimento in formazione ed informazione legato ai cambiamenti del mercato, che punta sempre più ai refrigeranti naturali e agli infiammabili.