EIA: urgente agire contro CFC illegali

EIANel maggio 2018 alcuni scienziati rilevarono che i livelli atomsferici di CFC-11, un potente ODS vietato dal 2010, erano più elevati di quanto atteso. La causa, si scoprì poco dopo, erano emissioni illegali originarie dall’Est asiatico. Indagini parallele ma indipendenti del New York Time e della ong Environmental Investigation Agency – EIA indicarono la Cina e le schiume poliuretane come luogo e causa delle emissioni.

EIA portò la discussione del problema sui tavoli dell’incontro delle Parti del Protocollo di Montreal di Vienna, nel luglio 2018 dove presentò un primo rapporto su questa scoperta. Oggi, alla apertura del 30° Incontro delle Parti (MoP30) del Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono di Quito, in Ecuador, l’Environmental Investigation Agency presenta un nuovo rapporto aggiornato.

Questo nuovo rapporto offre ulteriori informazioni e analisi riguardanti l’uso illegale e commercio di CFC-11 e rilascia anche nuovi risultati di test di laboratorio indipendenti che confermano chiaramente l’uso di CFC-11 in tre imprese in precedenza identificate da EIA, rafforzando la credibilità della loro affermazioni che il CFC-11 è l’agente più utilizzato in queste strutture e che l’aumento di CFC11 in atmosfera non è dunque un incidente o un caso isolato.

Clare Perry, leader della campagna climatica di EIA UK, ha dichiarato: «La portata e l’impatto di questo commercio illegale mostrano come l’attuale regime di conformità e applicazione del protocollo di Montreal non sia adatto allo scopo».

«Con l’emendamento Kigali che entrerà in vigore nel 2019, portando con sé ulteriori sfide per la sua applicazione, la necessità di un’azione decisiva è particolarmente urgente. Non c’è mai stato un maggiore bisogno di oggi di fare tutte le possibili riduzioni delle emissioni di gas serra nella lotta al cambiamento climatico; i passi compiuti dal Protocollo ora confermeranno o distruggeranno la sua reputazione di trattato ambientale di maggior successo di sempre».

EIA sta sollecitando le Parti al Protocollo di Montreal ad affrontare una serie di domande ancora senza risposta, in particolare l’assenza di dati esaustivi sulla dimensione delle attuali banche di CFC-11.

Avipsa Mahapatra, responsabile della campagna sul clima degli Stati Uniti per EIA, ha dichiarato: «I nuovi risultati dei test di laboratorio confermano la veridicità delle affermazioni fatte da queste aziende sull’utilizzo e il commercio di agenti espandenti CFC-11. Una delle aziende ha affermato di essere il maggiore fornitore di polioli in schiuma di poliuretano nella regione e ha utilizzato il CFC-11 nel 90-95% della sua produzione».

«L’EIA elogia la Cina per aver preso e reso pubbliche azioni di esecuzione immediate e diffuse. Tuttavia, è fondamentale che tutte le parti non trattino il commercio illegale di CFC-11 come un problema di applicazione isolato, ma piuttosto collaborino per affrontare in modo olistico i driver di questo crimine ambientale. È molto probabile che il CFC-11 sia già stato esportato in polioli completamente formulati in altri paesi; è importante effettuare test mirati su prodotti in schiuma e materie prime per indagare la potenziale esportazione o importazione di CFC-11 in questi prodotti».

Il mistero del CFC-12

Ma vi è dell’altro. Uno dei sottoprodotti della lavorazione del CFC-11 è il CFC-12, di cui ci si aspetta ve ne sia ugualmente una quantità illegale.

Se tutto il CFC-12 derivato dalla produzione del CFC-11 fosse stato emesso, si aspetterebbero livelli elevati anche di questa sostanza, cosa che fino ad ora non si è verificata.

È dunque molto probabile che questo CFC-12 sia ancora sul mercato, disponibile ad esempio tramite fonti potenzialmente illegali, tra cui non si escludono alcuni rivenditori online. EIA afferma nel rapporto che “le Parti del Protocollo di Montreal non dovrebbero aspettare di vedere un aumento delle emissioni in atmosfera ma avviare immediatamente  indagini e misure di applicazione proattive

EIA sostiene diverse misure urgenti, tra cui un divieto globale dei cilindri usa e getta e la segnalazione di ODS e HFC contenuti in polioli completamente formulati. Raccomanda inoltre che il protocollo istituisca una task force per esaminare banche attuali e future di CFC, HCFC e HFC.