Tempi d’oro per l’industria dei refrigeranti

È un momento delicato per la refrigerazione. I cambiamenti introdotti dal regolamento F-Gas si stanno facendo sentire su molti segmenti di mercato. Gli operatori lamentano prezzi elevati dei refrigeranti tradizionali, difficoltà di reperibilità e incertezze sulle nuove applicazioni. Diversa la situazione per chi i refrigeranti li produce: ad agosto 2018, in un comunicato stampa, Chemours rendeva noto che nel secondo semestre 2018 l’azienda aveva registrato una crescita del fatturato „double digits“. Il presidente e CEO Mark Vergnano indicava tra le cause di questa crescita il “momentum” nell’adozione dei prodotti Opteon™, l’aumento dei prezzi e la domanda sostenuta per i fluoropolimeri.

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J. Ludert, marketing manager EMEA, Chemours

Chemours, come altri produttori del settore, va dunque a gonfie vele, anche perché sta raccogliendo i frutti di un investimento in ricerca e sviluppo fatto oltre dieci anni fa. In dialogo con Janet Ludert, marketing manager EMEA di Chemours.

Ci troviamo in un momento delicato per la refrigerazione, ma ottimale per i produttori di refrigeranti. Come vedete voi questa situazione?

Si tratta di un momento davvero esaltante per l’industria dei refrigeranti, in cui noi abbiamo radici molto profonde. È uno dei momenti più interessanti nella storia del settore, specialmente in Europa, dove grazie a regolamento F-Gas, abbiamo modo di affermare sul mercato il risultato di un lavoro di ricerca iniziato ormai più di 10 anni fa.

Quello che vi ha portato a sviluppare la molecola 1234yf?

Esattamente. Abbiamo iniziato a sviluppare questa molecola proprio come risposta al primo regolamento F-Gas, quello del 2006, che già lasciava intuire che ci sarebbero state possibili restrizioni sui refrigeranti ad alto potenziale di riscaldamento globale. Abbiamo avuto la lungimiranza di lavorare fin da subito ad una soluzione e oggi abbiamo in mano una molecola che risponde alle richieste del regolamento F-Gas ed è il mattone fondamentale di ogni prodotto della famiglia Opteon™.

Inizialmente si trattò di un processo di ricerca condotto insieme ad un’altra azienda chimica…

Sì, ma solo il processo di ricerca fu una azione concertata che derivò dalla urgente necessità di trovare una soluzione a lungo termine alle restrizioni che si delineavano. Ciascuna azienda ha portato indipendentemente la molecola sul mercato. Il marketing è stato da sempre condotto in maniera chiaramente separata.

Dunque, dalla molecola 1234yf nascono tutti i prodotti Opteon?

Sì. Unendo questa molecola ad altre già presenti sul mercato si ottengono refrigeranti che hanno un basso GWP, ma che mantengono le caratteristiche operative dei prodotti con cui gli operatori ormai lavorano da anni. Sono cioè molecole che non richiedono grandi livelli di adattamento, né degli impianti, né delle modalità di lavoro. Questo sicuramente aiuta la loro affermazione sul mercato.

Alcune di queste nuove molecole sono leggermente infiammabili…

Sì, è esatto. Ma credo che ormai sia chiaro che dobbiamo abbandonare l’idea di non dover lavorare con refrigeranti infiammabili, siano essi della classe A2L o A3. Non a caso si stanno rivedendo gli standard.

Cosa ritenete che sia importante considerare in questo processo di revisione degli standard?

Innanzitutto che l’aspetto fondamentale da considerare è quello della sicurezza. Detto questo, tengo a sottolineare che tutte le alternative infiammabili hanno dimostrato di esser sicure, una volta che sono gestite con la dovuta competenza. Per questo il discorso della formazione assume un ruolo fondamentale nella nuova realtà derivante dal regolamento F-Gas.

Opteon sul mercato

Oltre al basso GWP e alle affinità con i refrigeranti tradizionali, quali ritenete che siano le caratteristiche di Opteon che lo rende un prodotto attrattivo per la refrigerazione?

La sua disponibilità commerciale, grazie al rafforzamento della produzione e a una rete distributiva strutturata. Quindi la ampia gamma di prodotti che permette di rispondere ad ogni necessità del settore del freddo, dalla refrigerazione industriale alle applicazioni automotive ai chiller, alle pompe di calore. Insomma, noi siamo convinti che qualunque sia il bisogno, Opteon™può offrire la risposta.

Anche guardando al futuro?

Anche guardando al futuro, ad esempio al 2021 e ai limiti imposti al 410A, la famiglia Opteon™ propone diverse soluzioni. È proprio questa è la forza di questa famiglia di prodotti: abbiamo, secondo noi, una risposta a tutte le richieste legislative da qui al 2030.

Quali sono i luoghi di produzione?

La molecola di base viene prodotta in Asia e negli USA. In Europa abbiamo un impianto di blending, in Olanda. In tutti i paesi abbiamo poi una capillare rete distributiva che si sta anche impegnando per un altro degli aspetti fondamentali del regolamento F-Gas: il recupero ed il riciclaggio dei refrigeranti in phase out.

Oltre il GWP

Sostenibilità è molto più che un basso GWP. Avete mai considerato di fare analisi di LCA del vostro prodotto, in modo a vedere l’impatto effettivo sull’ambiente?

Stiamo attivamente lavorando su analisi di questo tipo.

OPTEON XP-40: la star del momento

Uno dei settori della refrigerazione che momentaneamente più risente delle conseguenze del Regolamento F-Gas è quello della refrigerazione commerciale. Questo è dovuto sia al bando dei refrigeranti tradizionalmente utilizzati, sia al phase down che va a colpire la disponibilità dei refrigeranti a più alto GWP, ad esempio R-404a e R-507, in uso soprattutto nel settore commerciale. Da qui deriva l’interesse per il refrigerante di sintesi portato sul mercato da Chemours con il nome di Opteon XP-40. Esso si propone come sostituto (anche) dei due refrigeranti sopra indicati, con il vantaggio di avere un GWP decisamente inferiore, rimanendo dunque all’interno dei limiti imposti dal Regolamento F-Gas.
Chemours propone XP-40 come retrofit di impianti esistenti, cosa che lo rende particolarmente attrattivo soprattutto per quei (non pochi) impianti esistenti che oggi sono ancora lontani dal fine-vita.