F-Gas. Interrogazione al Ministro per il nuovo Decreto

Su iniziativa e sollecitazione di Assofrigoristi e con la collaborazione di CNA Impianti e Legambiente, è stata depositata su iniziativa dell’On.le Maria Chiara Gadda e sottoscritta da numerosi altri parlamentari –  tra cui il presidente della Commissione Ambiente Ermete Realacci – una interrogazione al Ministro Galletti in merito al ritardo nell’emanazione del decreto attuativo del Reg. (UE) 517/14, di cui abbiamo seguito da vicino i lavori e contribuito in modo significativo a correggere per tutelare al massimo gli installatori e manutentori del settore.

Non secondario, i parlamentari chiedono le ragioni per le quali i refrigeranti, rifiuti speciali e pericolosi, non siano ancora inseriti nel contesto consortile per la gestione della filiera di gestione dei costi per il trattamento e lo smaltimento, ad oggi tutti in capo alle aziende clienti. «Speriamo che questa sollecitazione permetta al Ministero di adoperarsi per mettere le centomila aziende che operano nella refrigerazione e nella climatizzazione nelle condizioni di tutelare se stesse e l’ambiente» dichiara Gianluca De Giovanni, presidente di Assofrigoristi. «Si tratta di un settore ad alta intensità economica e strettamente legato alla politica energetica nazionale ed europea, che, sulle pompe di calore e sulla riduzione delle emissioni dirette dai refrigeranti conta moltissimo per contribuire allo sviluppo industriale e del lavoro in un settore che vede l’Italia e le tecnologie collegate ai vertici mondiali» incalza Marco Masini, direttore operativo di Assofrigoristi. «Gli installatori ed i manutentori frigoristi qualificati e norme certe contribuiscono in maniera significativa al raggiungimento degli obiettivi del sistema Paese».

Anche il ministro Galletti, recentemente, nell’ambito dell’incontro bilaterale con la Francia, ricordava come l’Italia si senta molto impegnata nel raggiungimento degli obiettivi del COP 21 di Parigi, declinati poi anche con l’emendamento di Kigali. «Ora il Ministro ha la possibilità di manifestare fattualmente tale impegno, raccogliendo lo stimolo degli onorevoli e permettendoci di operare in un settore che sarà stato finalmente allineato con il resto d’Europa» conclude Assofrigoristi.

Ecco il testo dell’interrogazione:

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

GADDAREALACCIMARIANIMORETTOVAZIOFAMIGLIETTIPARRINIASCANIROTTAIORIDALLAIMORANIDONATIMARCO DI MAIOMANFREDI e ERMINI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:   le tecnologie della climatizzazione e della refrigerazione fanno affidamento sui cosiddetti gas refrigeranti Hfc introdotti con l’adozione del protocollo di Montréal del 1987, in sostituzione dei clorofluorocarburi, principali responsabili della distruzione dello strato di ozono;

   questi gas, a causa anche del massiccio e talvolta indiscriminato uso che se ne è fatto, sono da definirsi assolutamente perniciosi nelle loro formulazioni chimiche e sintetiche attuali. Inoltre, è stato constatato che gli Hfc, pur non essendo sostanze ozono-lesive, sono potenti gas serra che possono avere un impatto sul cambiamento climatico migliaia di volte maggiore rispetto all’anidride carbonica;

   con l’Accordo di Kigali, gli Stati si sono impegnati a ridurre la produzione e il consumo di Hfc di oltre l’80 per cento nel corso dei prossimi trenta anni. Tale programma di riduzione era già stato adottato dall’Unione europea con il regolamento (UE) 517/2014 (cosiddetto F-gas), che ha abrogato e sostituito il precedente regolamento (UE) 842/06;

   ad oggi in Italia non esiste ancora il decreto di attuazione di tale regolamento europeo, nonostante il termine fissato agli Stati membri fosse il 31 dicembre 2016. A causa di questo ritardo, la Commissione europea ha dato avvio anche ad una procedura di pre-infrazione nei confronti del nostro Paese (EU PILOT 9154/2017);

   in assenza di questo strumento e del decreto sanzionatorio che dovrà essere emanato successivamente, gli operatori del settore segnalano molteplici problemi soprattutto di interpretazione che rendono impossibile dare seguito alle nuove regole europee;

   le associazioni delle imprese produttrici – molte delle quali eccellenze mondiali – esprimono, in particolare, preoccupazione per le questioni di carattere ambientale e di sicurezza che derivano dall’assenza di un quadro normativo nazionale certo, che consenta di chiarire le competenze e di predisporre una sana pianificazione aziendale;

   agli interroganti risulta che, con la collaborazione delle associazioni di categoria e ambientaliste, è stato predisposto dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare uno schema di decreto attuativo contenente le nuove disposizioni, ma che ad oggi tale schema non sia stato ancora approvato dal Consiglio dei ministri;

   si ricorda che, solo dopo l’adozione di questo primo decreto, sarà possibile elaborare quello con lo schema sanzionatorio, particolarmente delicato per la questione dei controlli e del rispetto degli obblighi comunitari;

   oltre a questa condizione di attesa, si fa presente che le imprese produttrici sono messe sotto pressione anche da un secondo ostacolo irrisolto: i prodotti refrigeranti, infatti, sono uno dei pochi rifiuti speciali e pericolosi non ancora dotati di una gestione dei costi ambientali di trattamento e smaltimento –:

   quali tempi il Governo ipotizzi siano necessari affinché si arrivi all’adozione del decreto di cui in premessa e quali tempi e modalità preveda per la stesura e l’adozione del decreto recante la disciplina delle violazioni;

   se il Ministro intenda attivare un tavolo tecnico e di confronto che coinvolga le associazioni del settore affinché si possa gestire in maniera ottimale il trattenimento e lo smaltimento dei rifiuti nella filiera e, al contempo, ridurne i costi particolarmente elevati per gli operatori.