Protezione del clima: l’UE dà il via libera alla ratifica dell’emendamento di Kigali del protocollo di Montreal

courtesy: http://www.consilium.europa.eu/

Il 17 luglio il Consiglio dell’UE ha adottato una decisione relativa alla conclusione, a nome dell’UE, dell’emendamento di Kigali del protocollo di Montreal, che garantirà la protezione del clima dagli idrofluorocarburi (HFC), potenti gas a effetto serra.

Con questa decisione l’UE è pronta alla ratifica formale e ha segnalato che resta determinata a guidare gli sforzi globali nella lotta ai cambiamenti climatici. L’obiettivo dell’emendamento di Kigali, concordato il 15 ottobre 2016, è ridurre il consumo e la produzione di HFC a livello mondiale. I gas a effetto serra, pur non danneggiando lo strato di ozono, causano effetti significativi sul riscaldamento globale e la loro emissione nell’atmosfera contribuisce ai cambiamenti climatici. È essenziale agire prontamente per ridurre le emissioni di HFC. L’attuazione dell’emendamento dovrebbe evitare un riscaldamento fino a 0,5º C entro la fine del secolo e contribuirebbe dunque positivamente al raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi.

«Per il clima gli HFC sono migliaia di volte più dannosi dell’anidride carbonica. Mi compiaccio molto della decisione presa oggi di essere tra i primi a ratificare l’emendamento di Kigali per ridurre questi gas a effetto serra e portare avanti il nostro fermo impegno a combattere i cambiamenti climatici. Si tratta di una questione in cui la cooperazione internazionale è fondamentale. Prendendo come modello il protocollo di Montreal l’UE è pronta a garantire anche il successo di questo emendamento» ha affermato Siim Kiisler, ministro dell’ambiente della Repubblica di Estonia.

L’attuazione a livello di UE  – L’emendamento di Kigali stabilisce una serie di iniziative che le parti del protocollo di Montreal devono attuare, conformemente al loro sviluppo economico e sociale, al fine di ridurre progressivamente l’uso di HFC. Agli Stati membri dell’UE, come ad altri paesi sviluppati, è richiesto di procedere alle prime riduzioni nel 2019.

L’UE ha tuttavia agito con tempestività ed è in prima fila nell’adempimento. Il regolamento adottato nel 2014 sui gas fluorurati a effetto serra ha consentito all’UE di cominciare già a ridurre gli HFC nel 2015. Sarà necessario rivedere tale regolamento per conformarsi all’emendamento di Kigali dopo il 2030. Fino ad allora può ancora essere applicata la legislazione dell’UE in vigore, che non solo è conforme agli obblighi previsti dal protocollo di Montreal, ma prevede anche un calendario per la riduzione più rigoroso delle misure da attuare ai sensi del nuovo emendamento.

Cronistoria e tappe future  – Il 2 febbraio 2017 la Commissione ha presentato una proposta di decisione del Consiglio che autorizza la conclusione dell’emendamento di Kigali. Il Consiglio ha deciso di concludere l’emendamento e avviare il processo di ratifica l’11 maggio 2017. Successivamente il Parlamento europeo ha dato la sua approvazione formale durante la plenaria del 5 luglio. La decisione adottata oggi dal Consiglio entra in vigore immediatamente dopo l’adozione. Ora l’UE deve depositare formalmente presso le Nazioni Unite la dichiarazione sulle competenze, insieme allo strumento di ratifica dell’emendamento di Kigali. Gli Stati membri stanno attualmente seguendo le proprie procedure di ratifica, tenendo presente che devono anche ottenere Consiglio dell’UE l’approvazione dei rispettivi parlamenti nazionali.

L’emendamento entrerà in vigore il 1º gennaio 2019 dopo che sarà stato ratificato da almeno 20 Stati o organizzazioni regionali d’integrazione economica che sono parti contraenti al protocollo di Montreal. Se questa soglia non sarà raggiunta entro tale data, l’emendamento entrerà in vigore il 90º giorno successivo alla data in cui tale condizione sarà stata finalmente soddisfatta.

L’UE e gli Stati membri sono da tempo promotori della protezione del clima. Sono parti della convenzione di Vienna per la protezione dello strato di ozono e del protocollo di Montreal, che prevede l’eliminazione graduale della produzione e del consumo delle sostanze che riducono lo strato di ozono, e ne hanno approvato i quattro emendamenti precedenti al fine di includere nel suo ambito di applicazione altre sostanze che, pur non riducendo lo strato di ozono, causano cambiamenti climatici. Tutte le 197 parti contraenti, compresi l’UE e gli Stati membri, si sono adoperate considerevolmente per l’attuazione del protocollo di Montreal da quando esso è stato concordato nel 1987; di conseguenza il ripristino dello strato di ozono è in corso e dovrebbe essere completato entro la metà del secolo. Alla luce di questo successo il protocollo è stato emendato una quinta volta per ridurre gli HFC. L’emendamento è stato adottato in occasione della 28ª riunione delle parti tenutasi dal 10 al 15 ottobre 2016 a Kigali (Ruanda). Esso prevede che i paesi sviluppati siano i primi ad avviare il processo di riduzione graduale nel 2019. Per gli altri paesi le misure previste sono più flessibili. Per la maggior parte dei paesi in via di sviluppo la prima fase di riduzione della produzione e del consumo di questi gas a effetto serra comincerà nel 2029, per quelli rimanenti solo nel 2032.