CINA: gli sforzi per una refrigerazione sostenibile

Nel numero speciale di maggio del bollettino di Ozone Action vi è una riflessione di Chen Liang, Ministro dell’Ambiente in Cina. Essa prende in considerazione i passi fatti dalla Cina nel contesto del Protocollo di Montreal. Scrive il ministro:

«Considerato come l’accordo multilaterale per l’ambiente di maggior successo finora ad ora, il Protocollo di Montreal  vanta numerosi pilastri che hanno sostenuto questo risultato. Uno di questi è lo sviluppo di tecnologie alternative per sostituire le sostanze che distruggono l’ozono (ODS). Come maggiore produttore di sostanze ODS tra le economie emergenti, la Cina ha riconosciuto sin dall’inizio l’importanza di scegliere bene le tecnologie alternative per una eliminazione „senza dolori“ degli ODS. Già negli Anni Novanta la Cina ha iniziato a utilizzare R-600a e ciclopentano nella produzione di frigoriferi domestici per sostituire il refrigerante  CFC-12 e l’agente schiumogeno CFC-11. Oggi il 90% dei frigoriferi fabbricati in Cina sono compatibili con l’ambiente. Con la giusta scelta di alternative in questo settore, la Cina ha evitato l’utilizzo di quasi 100 milioni di tonnellate equivalenti di anidride carbonica (CO2) all’anno.

Nella fase di eliminazione degli idroclorofluorocarburi (HCFC), la Cina ha continuato a promuovere attivamente le basse emissioni tenendo conto del clima nella considerazione delle prestazioni sul ciclo di vita. Le alternative selezionate includono il 76% di alternative a basso. Ad esempio, per il mercato dello stoccaggio a freddo la Cina ha ampiamente adottato il sistema in cascata ammoniaca / CO2; nel condizionamento degli ambienti l’R290 è stato selezionato come alternativa principale. Per  affrontare le sfide connesse alla sua infiammabilità, il governo e l’industria in Cina stanno compiendo sforzi di ricerca per lo sviluppo ella sicurezza del prodotto, la revisione degli standard e la formazione dei tecnici.

Nei settori schiuma e solventi, tutte le tecnologie alternative selezionate hanno basse GWP. Nella seconda fase di implementazione del Protocollo di Montreal  la Cina propone di utilizzare il meglio disponibile delle tecnologie ecocompatibili ed emergenti nel settore.

Nell’attuazione della Convenzione di Vienna e del Protocollo di Montreal, la Cina promuove attivamente l’innovazione tecnologica, incoraggia le imprese ad adottare tecnologie avanzate e verdi sia adottandole dai Paesi industrializzati, sia proprie, basate su circostanze nazionali. Il Ministero della Protezione Ambientale ha rilasciato un catalogo delle alternative consigliate per incoraggiare e guidare le industrie nella scelta delle tecnologie rispettose dell’ambiente per la conversione. Pertanto, il cammino della Cina di attuare la convenzione e il protocollo possono anche essere considerati come un viaggio verso la promozione di  una trasformazione verde nelle industrie rilevanti».

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