IL BIM, NUOVA FRONTIERA PER LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI E PER I FRIGORISTI

Il mercato della progettazione e della gestione patrimoniale (che include gli impianti) sta procedendo, ma gli impiantisti sono in retroguardia. Ecco lo stato dell’arte e le prospettive per il nostro settore.

Lo scorso 22 dicembre 2016 è stata definitivamente approvata la norma UNI 11337 (“Edilizia e opere di ingegneria civile – Criteri di codificazione di opere e prodotti da costruzione, attività e risorse – Identificazione, descrizione e interoperabilità”), che andrà in pubblicazione a fine gennaio 2017.

Si tratta della norma di supporto del BIM, Building Information Modeling. BIM è l’acronimo di “Building Information Modeling” (Modello di Informazioni di un Edificio) ed è definito dal National Institutes of Building Science come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”.

La norma interessa il settore degli impianti a tutto tondo, perché ogni impianto è funzionale all’utilizzo in uno specifico edificio, e tutta la progettazione mondiale sta cercando la standardizzazione delle informazioni sugli elementi che lo costituiscono per una migliore gestione dell’edificio dalla progettazione al fine vita, con un approccio alla possibile valutazione dell’intero ciclo di vita.

L’interesse per i frigoristi e per gli installatori e manutentori degli impianti in genere, è connaturata con le possibili e necessarie interazioni con i progettisti e i building manager.

Tra i frigoristi vi sono anche i costruttori di macchine custom che dovranno fornire i file BIM di tipo .ifc (vedi oltre), per renderli disponibili ai progettisti e ai conduttori degli immobili. Dunque un approfondimento in questo senso sarà necessario.

Cos’è il BIM – Vediamo, a seguito dell’approvazione della UNI 13337, cos’è il BIM e come renderlo familiare.

A livello europeo la tematica del BIM è seguita, dal punto di vista della normazione volontaria, da uno specifico comitato tecnico – il CEN/TC 442 “BIM Building Information Modelling” – nel cui ambito operano quattro gruppi di lavoro. L’Italia ha sviluppato la propria esperienza e la propria competenza proprio con i lavori della serie UNI 11337.

Punto di riferimento assoluto in ambito europeo per quanto riguarda l’introduzione a livello normativo del BIM è la “European Union Public Procurement Directive” 2014/24 del 26 febbraio 2014. Votata nel gennaio 2014 dal Parlamento Europeo e in seguito adottata, invita gli Stati membri UE, entro il 2016, a “incoraggiare, specificare o imporre” attraverso provvedimenti legislativi dedicati l’uso del BIM, quale standard di riferimento, per tutti i progetti e lavori a finanziamento pubblico.

Il BIM non è un prodotto né un software ma un “contenitore di informazioni sull’edificio” in cui inserire dati grafici (come i disegni) e degli specifici attributi tecnici (come schede tecniche e caratteristiche) anche relativi al ciclo di vita previsto.

Il BIM interessa anche i prodotti HVACR e tutti gli impianti che, inclusi in un sistema edificio, ne costituiscono le parti per la sua esistenza e funzionalità.

Un esempio di applicazione, lo traiamo dalla biblioteca informatica della NBS, la National BIM Library inglese, analizzando la “BIM Object Guide: Air To Water Heat Pumps”, lo standard BIM per una condensante idronica.

Definito specificamente il nome del file da autore e tipologia del componente, vi è poi un set di dati “anagrafici” e i parametri per la sua definizione tecnica. Ad esempio, la portata d’aria, il tipo di compressore, la configurazione, il tipo di alimentazione elettrica, la tipologia, la potenza, il tipo di ventilatore, la presenza o meno di inverter, il refrigerante, gli standard di riferimento e la portata di acqua allo scambiatore. Vi sono poi i parametri forniti secondo IFC, un set standard di dati adatti ad uno scambio su tutte le piattaforme software con approccio “open”. Qui si trovano dettagli come quelli relativi alla interfaccia verso l’impianto elettrico (isolamento, protezioni, IP, corrente, tensione e frequenza nominale, etc).

Dunque, la progettazione BIM non si limita ad informazioni visive o rendering ma specifica le funzionalità e le prestazioni di ogni oggetto BIM presente nel progetto o dell’interno edificio elaborato.

Perché è nato il BIM – Il BIM è nato dalla volontà di andare verso la collaborazione tra i progettisti, l’interoperabilità dei software, l’integrazione tra i processi e la sostenibilità.

Il BIM è infatti un metodo di progettazione collaborativo in quanto consente di integrare in un unico modello le informazioni utili in ogni fase della progettazione: quella architettonica, strutturale, impiantistica, energetica e gestionale. Per questo può essere utilizzato dagli impiantisti, dagli ingegneri strutturisti, dagli architetti, dal costruttore, dai montatori, dai collaudatori ecc.

L’attenzione al BIM è stata confermata dal disegno di legge sul Codice degli Appalti, ora approvato dal Senato, che richiama espressamente “la valorizzazione della fase progettuale negli appalti pubblici e nei contratti di concessione dei lavori, promuovendo la qualità architettonica e tecnico-funzionale, anche attraverso (…) il progressivo uso di strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione elettronica e informativa per l’edilizia e le infrastrutture”. Indubbiamente un esempio di come una corretta sinergia tra legislazione e normazione tecnica volontaria (con quest’ultima nel ruolo di supporto alla prima) possa costituire un solido perno attorno al quale far crescere l’efficienza del sistema.

Un intenso lavoro che ha visto tutti i più importanti stakeholder della filiera: stazioni appaltanti, committenti, imprese, aziende, professionisti, case software, ecc., collaborare assieme per un obiettivo comune. Un passo importante che ha permesso all’italia di tornare a sedersi a pieno titolo sui tavoli internazionali (ISO) e comunitari (CEN).

La tecnologia BIM offre molteplici vantaggi come: maggiore efficienza e produttività, meno errori, meno tempi morti, meno costi, maggiore interoperabilità, massima condivisione delle informazioni, un controllo più puntuale e coerente del progetto.

Inoltre un progetto BIM dà la possibilità alla committenza di avere un’elaborazione virtuale del ciclo di vita dell’edificio, anche dopo la fase di progettazione; in questo modo è più semplice monitorare la vetustà dei materiali e programmare meglio la manutenzione.

Gli investimenti – Visti gli enormi vantaggi della tecnologia BIM è ovvio che il suo utilizzo si stia diffondendo sempre più nel mondo, tuttavia c’è da considerare che il suo utilizzo richiede un maggiore investimento e lavoro nella fase iniziale del progetto (in cui si inseriscono tutte le informazioni); in seguito però semplifica notevolmente il lavoro, qualora si voglia ricavare dal modello tridimensionale la certificazione energetica, i calcoli strutturali ecc.

La tecnologia BIM è utilizzata da tanti software che, nel recente passato, hanno voluto mantenere il file del prodotto finale nei propri formati; tuttavia, considerato che in questo momento storico è in corso il dibattito sulla necessita della standardizzazione degli oggetti BIM, è stato sempre più accettata l’idea di un unico formato di scambio.

Generalmente un oggetto BIM viene salvato nel formato IFC (Industry Foundation Class), con estensione .ifc. Questi file IFC sono classificati come file di immagine 3D, che contengono anche altre informazioni tecniche, e sono compatibili con tutti i software che usano la tecnologia BIM.

La standardizzazione – Uno dei problemi maggiori però è la standardizzazione dei file creati con tecnologia BIM tra i diversi software in commercio, ovvero stabilire quali sono le informazioni minime o standard per considerare un file IFC un BIM.

Gli Stati Uniti sono uno dei paesi dove il BIM è stato utilizzato sin dagli inizi del 2000; poi nel 2003, la General Services Administration (GSA) ha stabilito il programma nazionale per il 3D-4D-BIM, pubblicando delle guide che descrivono la metodologia di lavoro nell’industria delle costruzioni.

Anche il Regno Unito si è concentrato fin da subito sulla comprensione dei legami tra CAD e BIM e nel 2011 il National Building Specification (NBS) ha annunciato lo sviluppo della National BIM Library per l’industria delle costruzioni del Regno Unito, una libreria digitale di oggetti gratuita e facilmente accessibile online da tutti i professionisti del settore delle costruzioni. Il Governo inoltre sta puntando allo sviluppo di standard che consentano a tutti i membri del processo edilizio di lavorare in modo collaborativo attraverso il BIM e infatti sta attuando un piano al fine di rendere obbligatorio l’utilizzo del BIM per la realizzazione di opere pubbliche a partire dal 2016.

Anche nel Nord Europa la tecnologia BIM è attiva dal 2000: la Finlandia già dal 2007 ha imposto l’uso di modelli BIM; in Norvegia l’utilizzo del BIM è obbligatorio per tutti i progetti(costruzione e riqualificazione) promossi dall’ente che gestisce il patrimonio immobiliare dello Stato e inoltre il governo norvegese promuove costantemente iniziative volte alla creazione e diffusione di formati IFC; in Svezia non è obbligatorio l’uso del BIM per i progetti pubblici, ma molte aziende lo utilizzano da tempo e hanno già investito nella nuova tecnologia, rispondendo ai clienti che hanno richiesto di utilizzarlo per i loro progetti.

Francia e Germania hanno intrapreso azioni per promuovere l’adozione del BIM attraverso gruppi di lavoro governativi ad hoc. La Francia ad esempio ha lanciato la missione “Mission Numérique Bâtiment” per stimolare l’evoluzione digitale nel settore edile.

Il BIM diventerà il processo standard per tutti gli edifici e si sta integrando nella legislazione per i contratti pubblici di tutta l’Europa. Infatti la Direttiva 2014/24/EU sugli Appalti Pubblici esprime in modo chiaro l’indicazione di introdurre il Building Information Modeling all’interno delle procedure di Procurement degli Stati Membri. L’adozione della direttiva prevede che i 28 stati membri incoraggino l’utilizzo del BIM nei rispettivi paesi per i progetti finanziati con fondi pubblici nell’Unione Europea a partire dal 2016.

In Italia il BIM si sta diffondendo, ma ancora in maniera spontanea, graduale e sporadica; manca ad oggi una metodologia uniforme e di ampie vedute.

La diffusione del BIM infatti ha avuto più successo nelle realtà in cui vi sono maggiori società d’ingegneria o studi di progettazione integrata che hanno un maggiore vantaggio nell’intera gestione del progetto.

La situazione italiana – La mancata diffusione capillare del BIM in Italia potrebbe essere dovuta al fatto che il mercato della progettazione in Italia è molto parcellizzato e di conseguenza il primo attore del processo, ovvero lo studio di architettura, se non “costretto da leggi specifiche”, ha difficoltà ad investire maggior tempo e lavoro in una progettazione che porta vantaggi soprattutto a coloro che si occuperanno delle fasi successive.

Il nuovo codice appalti, come abbiamo visto, ha recepito le direttive europee favorendo l’utilizzo del BIM nella progettazione per lavori pubblici.
Poiché le attività nel settore delle costruzioni sono molteplici (impianti, strutture, energia) è chiaro che non esiste un software in grado di gestirle tutte, piuttosto sono necessari strumenti BIM uniformi che consentano ai relativi software di “leggere” il rispettivo dato d’interesse.

Ecco perché, a seconda del ramo d’interesse, ci si potrebbe affidare ad un ‘software principale’, ad esempio per la parte di progettazione per poi ricorrere in fasi successive ad altre applicazioni per l’analisi energetica, la stima dei costi ecc.

I costruttori del nostro settore che già oggi forniscono file BIM per l’integrazione nei software di progettazione sono Daikin, Mitsubishi Electric, Carrier, Trane e pochi altri. I costruttori italiani ancora latitano.
Molto attivi sono invece i costruttori di attrezzature per l’HoReCa. La loro associazione europea, EFCEM European Federation of Catering Equipment Manufacturer, ha infatti inteso sviluppare una biblioteca di file nativi BIM per le attrezzature più diffuse, nella convinzione che “BIM a un immenso potenziale per lo sviluppo di business”, e per questo hanno sviluppato un database a disposizione dei soci per caricarvi i file dei costruttori e metterli a disposizione del mercato.