Eurovent Market Intelligence (EMI): vendite 2015 in zona EMEA (parte 2)

Il numero di aziende partecipanti ai programmi di EMI è andato crescendo negli anni. Qui l’andamento dal 2004, suddiviso per settori manifatturieri. (courtesy: EMI)

Eurovent Market Intelligence (EMI), ufficio europeo di statistiche sul mercato HVAC&R, ha appena diffuso i risultati dei suoi studi sulle vendite 2015 nella zona che comprende Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA), sulla base dei dati raccolti presso numerosi produttori del settore. Nel 2016 il numero di produttori partecipanti alle raccolte statistiche di Eurovent Market Intelligence (EMI) è ulteriormente aumentato, mettendo in evidenza la leadership di EMI nell’ambito dei dati relativi al settore HVAC&R.

Tra i dati presentati da EMI, oltre a quanto gia’ presentato QUI, citiamo:

  • Il mercato delle centrali di trattamento aria (air handling units) nel 2015 in Europa ha raggiunto 1,92 miliardi di euro, di cui 393 milioni in Germania, 326 milioni in Europa del nord, 207 milioni in Europa dell’est, 149 milioni in Russia e CSI e 174 milioni in Turchia. Se il mercato è rimasto relativamente stabile nell’Unione Europea, i maggiori cali si sono verificati in Russia (dove il mercato ha perso più di un terzo del suo valore), in Nord Africa (con un calo simile a quello registrato in Russia) e, più sorprendentemente, nel triangolo Germania-Austria-Svizzera, dove è stata registrata una contrazione pari a circa il 10%. Per quanto riguarda invece i rialzi più significativi, l’Europa dell’est se la cava piuttosto bene con aumenti superiori al 10% in Bulgaria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia. Anche in India è stata registrata una crescita a due cifre, così come nella maggior parte dei paesi del Medio Oriente;
  • il mercato dei filtri ad aria (air filters)è rimasto stabile nell’Unione Europea nel 2015, con quasi 900 milioni di euro, di cui 232 milioni in Germania, seguita dalla Francia con 128 milioni e dal Regno Unito con 91 milioni di euro. Paesi come Svizzera, Portogallo, Slovenia, Turchia e Repubblica Ceca hanno registrato aumenti superiori al 20%. Il bilancio è invece negativo in Norvegia, nei paesi baltici e in Sud Africa, con cali fino al 20%;
  • il 2015 il mercato degli scambiatori di calore ha raggiunto i 980 milioni di euro nella zona EMEA, con un decremento di circa il 7% rispetto al 2014. Tra i paesi responsabili di questo calo si segnala la Russia, dove è stato riscontrato un crollo di un quarto delle vendite, con un fatturato di 60 milioni di euro, ma anche l’Europa dell’est, un mercato del valore di 122 milioni di euro, dove è stato registrato un calo del 5%. Si segnalano altri cali significativi in Irlanda (-20%), Paesi Bassi (-27%), Turchia (-10%) e Germania (-8%), che rimane comunque il più grande mercato del settore in Europa, con un fatturato di 145 milioni di euro. I paesi che hanno visto invece aumentare la loro fetta di mercato si trovano in Europa del sud: in primo piano c’è l’Italia (incremento del 24% per un mercato di 113 milioni di euro), seguita da Portogallo (incremento del 23% per un mercato di 6,5 milioni di euro) e Spagna (incremento quasi del 40% per un mercato di 52 milioni di euro);
  • nel 2015 il mercato delle torri di raffreddamento ha raggiunto quasi 223 milioni di euro nella zona EMEA. Non sorprende che i principali mercati si trovino in Germania (32 milioni di €), Italia (18 milioni di €), Turchia (17 milioni di €), Francia, Regno Unito e Russia (circa 13 milioni di € per ciascun paese). I rialzi più consistenti (oltre il 20%) sono stati registrati principalmente in Europa del nord (Finlandia e Svezia), Nord Africa e Africa centrale, nonché in Francia. Paesi quali Austria e Germania, ma anche Russia, Spagna e Irlanda, hanno invece registrato notevoli cali, compresi tra il 15% e il 25%;
  • nel 2015 il mercato delle travi fredde (chilled beams) ha raggiunto un fatturato di 60 milioni di euro in Europa, di cui 26 milioni in Europa del nord (il mercato principale del settore), circa 6 milioni in Francia e nel Regno Unito e circa 2,4 milioni in Germania e Italia. La contrazione complessiva è stata pari a circa il 5%, ma è principalmente in Francia, Germania, Turchia, Spagna e Portogallo che i cali si sono fatti sentire di più, poiché hanno superato il -20%. Per contro, in Italia, Svezia, paesi baltici e Lussemburgo sono stati registrati incrementi superiori al 10%.

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