Cina, l’ottava destinazione dell’industria meccanica

Cina: economia di mercato? Concorrente o partner? Fornitori o terzisti? Il rapporto tra l’Italia e la Cina sta cambiando. Anima e il suo dipartimento internazionalizzazione monitorano le indicazioni provenienti da Bruxelles e Pechino stessa. Intanto i dati dell’Ufficio studi Anima offrono le prime indicazioni: l’impero cinese ha richiesto in misura crescente dal 2012 la manifattura meccanica. Durante il 2015 si è verificata una battuta d’arresto dell’export industriale, in parte recuperata nel primo semestre 2016 (+6,3%), pari a 403 milioni di euro.

La Cina è l’ottavo mercato export per l’industria meccanica italiana. Le valvole e i rubinetti rimangono il primo prodotto in cima alla lista dei desiderata cinesi, anche se rispetto al 2015 ha perso circa 20 milioni di euro di ordini (-18%). Le pompe sono state vendute per un totale di 45 milioni di euro. Nel 2016 le turbine a gas hanno raggiunto i 44 milioni di euro, distanziando gli 8 milioni dell’anno precedente. La stessa cifra è stata battuta dalle macchine da costruzione, in crescita dal 2015 (+25%). In controtendenza, gli impianti termici perdono l’11,8%.

Sono i temi del focus export in programma per il prossimo 8 febbraio in sede Anima. Gli imprenditori potranno incontrare alcuni esperti dei settori del credito, della logistica, dei controlli in dogana e confrontarsi su casi concreti. Saranno presenti, tra gli altri, Ice e uno studio legale internazionale.

Export industria meccanica italiana verso la Cina. Andamento 1° semestre 2015 versus 1° semestre 2016. Dati: Ufficio Studi Anima
Export industria meccanica italiana verso la Cina. Andamento 1° semestre 2015 versus 1° semestre 2016. Dati: Ufficio Studi Anima. Cliccare per ingrandire