Un saluto a Uberto Stefanutti

STEFANUTTIL’ingegner Uberto Stefanutti, fondatore di ZeroSottoZero, non c’è più. Lo avevo appena intervistato per lo speciale sui 25 di anni della nostra rivista e come spesso si dice, un po’ banalmente, nessun segnale poteva far presagire questo triste epilogo. Anticipo qui un frammento di quell’intervista, che sarà pubblicata sul numero di giugno.

Come avvenne la nascita di ZeroSottoZero?
Nell’ambito di Tecniche Nuove esisteva già un gruppo di tecnici che svolgevano un’attività riguardante la termotecnica e che si esprimeva con la rivista RCI.
Fu quindi organizzata un’apposita riunione, per discutere la situazione ed io proposi in maniera decisa che esisteva la possibilità concreta di creare una nuova testata sul freddo e di farla prosperare con l’apporto tecnico e professionale di tutti noi. La proposta venne accolta e si passò alla sua attuazione.
Il 1° settembre 1992 usciva il primo numero di ZeroSottoZero, che mi vedeva impegnato nella figura di direttore tecnico-scientifico impegnato a coordinare un comitato di redazione composto da Vittorio Bearzi, Riccardo Castiglioni, Alessandro Sandelevski, Bernardo Galosi e Luca Stefanutti.
L’argomento principale affrontato in questo numero fu, ovviamente, quello riguardante l’eliminazione dei refrigeranti CFC e la loro sostituzione con il nuovo refrigerante HCFC-22.

La nascita della rivista coincideva con un periodo fertile in tema ambientale…
Il settore era in grande fermento dato che pochi anni prima era entrato in vigore il Trattato di Montreal riguardante l’eliminazione totale dei refrigeranti clorofluorocarburi, i cosiddetti CFC, che avevano dominato il mercato a partire dagli anni ’30. Il bando era dovuto alla scoperta dei due scienziati americani Molina & Rowland (ai quali fu poi assegnato il Premio Nobel 1996) che, nel 1974, avevano rilevato una notevole riduzione dello stato di ozono stratosferico con conseguente aumento delle pericolose radiazioni ultraviolette UV-B. La responsabilità di questo fenomeno fu attribuita al cloro presente in varie sostanze chimiche usate dall’uomo, fra cui i refrigeranti CFC, meglio noti allora come Freon. La decisione di eliminarli comportava una vera rivoluzione tecnologica in tutto il settore industriale del freddo, a partire non soltanto dalla creazione di nuovi refrigeranti sostitutivi ma anche dalla modifica degli esistenti compressori frigoriferi, degli scambiatori, dei controlli, ecc. cioè di tutto ciò che ruotava attorno ad un solo fattore decisivo e cioè il refrigerante o fluido frigorifero. Tutto questo esigeva un nuovo concetto dell’informazione diretta agli addetti ai lavori che dovevano da quel momento essere aggiornati su tutti i cambiamenti planetari che apparivano all’orizzonte.

COVER UNO@050Nella creazione di una rivista tecnica specializzata occorre porsi una domanda che può apparire superflua ma che, in effetti, trova difficilmente una risposta adeguata. A chi e a che cosa deve servire?
Il primo compito è, senza dubbio, di informare sulle nuove tecnologie e sui nuovi prodotti del settore interessato in modo tale da suscitare l’interesse del lettore. Ma una rivista deve altresì formare, cioè far capire la materia di cui tratta, aiutando ad approfondirla, a scoprirla nei suoi aspetti meno noti ed apprezzarla nei suoi aspetti professionali.
Tutto ciò deve avere un linguaggio accessibile e comprensivo con articoli e servizi il cui contenuto non sia riservato soltanto a pochi addetti ai lavori ma al più vasto mondo dei tecnici installatori e frigoristi. Il tutto accompagnato da una veste grafica la più attraente possibile. In tale contesto si inseriva con grandi speranze la nuova rivista, pronta a dibattere le vastissime implicazioni che l’argomento “freddo” poteva proporre.
A parte la refrigerazione industriale già oggetto da vari decenni di elaborate e conclusive tecnologie, si apriva davanti a noi il vastissimo campo degli impianti frigoriferi per il condizionamento dell’aria accompagnato da quello, meno vasto ma molto promettente della refrigerazione commerciale ovvero degli impianti frigoriferi dei supermercati. Tenendo conto che in Italia si aveva uno scarso apporto di notizie utili per poter ottenere le cognizioni innovative necessarie a questo settore, occorreva ricorrere alle varie fonti internazionali di informazione tecnica disponibili allora già molto avanzate, sia nella letteratura tecnica come pure direttamente dai tecnici delle società interessate e dai laboratori di ricerca a livello universitario.
Le fonti possibili erano costituite dalle informazioni riportate nelle riviste specializzate pubblicate nei principali paesi industrializzati e cioè USA, Francia, Germania, Gran Bretagna e Giappone. Inoltre esistevano già alcuni congressi internazionali sul condizionamento dell’aria e sulla refrigerazione come le conferenze americane Ashrae. Tecniche Nuove entrò in contatto con tutte questi soggetti soprattutto attraverso la partecipazione alle principali conferenze mondiali in modo da riportare tutte le ultime innovazioni tecniche sulla rivista e iniziò una collaborazione che dura tuttora.
Anche molte società del settore iniziarono a collaborare con le informazioni sulle loro tecnologie. Fra queste la svedese Alfa Laval che, attraverso il direttore tecnico Claes Stenhede, concesse alla rivista di pubblicare una serie di dieci articoli riguardanti l’applicazione dei nuovi scambiatori frigoriferi di tipo a piastre che allora iniziarono ad essere impiegati per ridurre al massimo la carica di refrigerante nei circuiti frigoriferi, fonte di emissioni dirette dannose per l’ambiente.

Uberto, hai lavorato moltissimo per ZeroSottoZero
In tutti questi 25 anni è stata sempre perseguita la pubblicazione di articoli tecnici riguardanti l’evoluzione continua delle tecnologie frigorifere. Si può dire che, fino ad ora, il numero degli articoli da me prodotti si avvicina con una certa approssimazione intorno a 1200. Devo poi ricordare il mio apporto ventennale di articoli tecnici facenti pubblicati nella “Guida merceologica sul Freddo” pubblicata annualmente da Tecniche Nuove (e recentemente confluita anche nel siti Web della rivista: ndr).
Inoltre in questo periodo sono state pubblicate tre edizioni del libro “Il Manuale dell’Installatore Frigorista” (freschissima la IV edizione), un’edizione del “Manuale del Freddo” tradotto dall’originale tedesco, a cui si aggiunge il “Manuale della Refrigerazione Industriale” di W. F. Stoeker dell’Univerità di Urbana, Illinois.
Particolare merito va alla redazione della rivista che ha sempre curato con la massima attenzione tutti i testi e gli schemi raggiungendo attualmente un grado di presentazione grafica che ritengo insuperabile anche in campo mondiale, arrivando alla perfezione.
Gli operatori del settore possono quindi disporre ora di un vasto bagaglio di informazioni tecniche attraverso la consultazione di volumi che vengono costantemente aggiornati.
Alla fine del 2003 ha avuto termine il mio mandato di direttore tecnico della rivista, con il passaggio delle consegne al nuovo responsabile editoriale Massimo Moscati. Tuttavia continuo con grande piacere la mia collaborazione scrivendo articoli sulle ultime innovazioni tecnologiche.
Per questa bella avventura ritengo doveroso ringraziare tutto lo staff di Tecniche Nuove, a partire da Giuseppe Nardella, vero motore di tutta la macchina editoriale. Senza dimenticare tutti i nostri lettori che sono l’anima della rivista, senza i quali non sarebbe stato possibile celebrare questo anniversario.