Si è tenuto di recente il webinar organizzato da UNEP/Refrigerants, Naturally! dal titolo „Abbattere le barriere nella manutenzione di impianti a refrigeranti naturali“.
Quattro in totale gli interventi del webinar che riassumiamo qui di seguito brevemente
Antoine Azar – The Coca Cola Company
Per The Coca Cola Company la refrigerazione del vending e dei distributori di bibite è uno degli elementi principali che influenzano il Carbon Footprint dell’azienda. L’impegno preso dal Marchio era di avere eliminato gli HFC da tutte le nuove macchine entro la fine del 2015. Nonostante un lieve ritardo, Azar ritiene che questo obiettivo si raggiungerà a breve. L’alternativa HFC free scelta da The Coca Cola Company è stata quella della CO2. Ad oggi vi sono sul mercato circa 1,8 milioni di apparecchi a CO2 per le bibite Coca Cola. Tale impegno è iniziato nel 2004 quando effettivamente il servizio e la manutenzione di tali macchine era un tema ancora cald. „Aver iniziato gradualmente e a piccoli passi è stata la chiave del successo“ afferma AZAR „perché ci ha permesso di affrontare le difficoltà un poco per volta“. Il risultato è che oggi l’Azienda dispone di manuali e pratiche per ila servizio di tali macchine cosi ben elaborati che, accanto all servizio di training offerto sul posto, si può dire non ci siano problemi con questa tecnologia. „Francamente – afferma Azar – non possiamo dire di avere alcun grosso problema. Ogni volta che si apre un nuovo mercato in una nuova regione bisogna fare magari del „fine tuning“ sul training e sui manuali. Bisogna assicurare sempre la disponibilità di pezzi di ricambio, ma una volta assicurate queste cose, la gestione delle macchine non ci crea assolutamente problemi“
Andre Fourie – SAB Miller
SABMiller è uno dei più grossi produttori mondiali di birra. Possiede più di 200 marchi di birra, è presente in più di 75 paesi e impiega più di 70.000 persone.
L’impegno dell’Azienda può essere cosi riassunto:
- ridurre le emission di CO2 lungo la catena di produzione entro il 2020;
- ridurre le emission della refrigerazione del 25% per ettolitro di birra prodotto entro il 2020;
- acquistare solo macchine HFC free entro il 2020.
Che approccio usare per gli ultimi due punti?
Una analisi condotta dall’Azienda indica che nella vita utile di una macchina refrigerata le emissioni di CO2 derivano
- per il 90,3% dal consumo di energia
- per il 9% dalle perdite di refrigerante
- per lo 9,7% dalla produzione
L’efficienza energetica delle macchine è quindi per l’azienda la leva principale su cui agire
L’introduzione di macchine HFC free segue questa logica. SABMiller ha scelto di utilizzare sia la tecnologia a CO2 che quella degli idrocarburi. L’introduzione è stata più o meno semplice a seconda dei paesi in cui è avvenuta. Fourie tiene a sottolineare la necessità di contestualizzare geograficamente il discorso del servizio, avendo notato per propria esperienza delle grosse differenze tra i vari stati in cui SABMiller è presente. Ciononostante l’azienda ha deciso di portare avanti in tutte le nazioni il programma di sostituzione.
Fino ad oggi si sono ottenuti ottimi risultati in Europa, dove giá nel 2015 l’85% delle nuove macchine acquistate era HFC-Free. In Africa e America Latina i mercati offrono sfide diverse soprattutto in relazione ai costi, alla tecnologia, al servizio. In America Latina circa il 19% delle macchine acquistate nel 2015 era HFC free, in Africa circa l’8%.
La sfida maggiore SABMiller la deve affrontare per l’introduzione degli HC in molti paesi esterni all’Europa, anche per questioni di „resistenza“ culturale a costruire un mercato con HC. Qui il supporto attivo e continuo di chi offre servizi di manutenzione è fondamentale per creare una rete di conoscenza e fornitura sicura per questa tecnologia.
David Hasenschwandter – Red Bull
Red Bull presenta un esempio molto concreto di come stia introducendo macchine a R290 e R600 in particolare in India. In genere il metodo di Red Bull per introdurre nuove tecnologie su mercati extra europei consiste in tre passaggi chiave:
- verificare la questione legislativa e se vi sia bisogno di certificazioni particolari. In questo caso i fornitori in loco di Red Bull si occupano di ottenere le certificazioni necessarie;
- assicurarsi che i fornitori abbiano le competenze necessarie e le autorizzazioni a trattare i refrigeranti HC
- qualora i due punti sopra siano in ordine, si passa all’introduzione effettiva della nuova tecnologia.
Il problema e’ che spesso troppo tardi si scopre che i fornitori non hanno le competenze o le certificazioni necessarie per usare i refrigeranti in questione. Tra l’altro la giusta manutenzione delle macchine è fondamentale non solo per questioni di sicurezza, ma anche per questioni di efficineza: se la macchina non è usata in maniera adeguata, il possibile risparmio energetico non si realizza, rendendo inutile l’introduzione della tecnologia.
Così Red Bull ha lanciato in India un nuovo programma per l’introduzione di macchine a HC, ovvero:
- i corsi di formazione per i tecnici in loco sono stati condotti da tecnici che gia’ lavorano con HC sul mercato europeo e su quello cinese;
- vi e’ una fornitura centralizzata dei componenti indispensabili per la riparazione dei macchinari cosicché in loco sia sempre disponibile il materiale necessario per assicurare un servizio adeguato;
- i tecnici vengono formati anche per il riciclo elle macchine a fine vita. Il riciclo avviene anche in paesi extra-europei secondo standard europei.
Berty Jacob – UNILEVER
Unilever possiede oggi oltre 3 milioni di teche per gelato nel mondo che funzionano ad HC. L’introduzione è iniziata nel 2004 con l’acquisto di 12000 teche ad HC.
Uno dei primi risultati positivi che Unilever ha registrato è stato l’aumento dell’efficienza energetica del 9% rispetto alla situazione precedente.
Quali implicazioni per i fornitori ha avuto l’introduzione di questa tecnologia da parte di Unilever?
Le teche Unilever si basano su una tecnologia nota e quindi questo non ha avuto grosse implicazioni per i produttori di macchine. Il limite di carica imposto dagli standard internazionali e’ di 150gr per circuito ed e’ rispettato. I componenti sono disponibili ampiamente e a costi paragonabili. Il design deve rispettare specifiche di Unilever per assicurare un certo livello di sicurezza. In generale non ci sono extra costi per queste teche.
Quali implicazioni per la manutenzione?
In genere bisogna assicurarsi che non vi siano specifiche legislative nel paese in questione. in questo caso la collaborazione con il settore della refrigerazione domestica può risultare di grande aiuto. E’ fondamentale pero’ che il personale sia ben preparato e che abbia sempre a disposizione i pezzi di ricambio richiesti, adeguati e specifici per le teche ad HC, che sono diversi da quelli per le teche ad HFC. Anche Unilever ha messo punto un pacchetto di documenti per la formazione dei tecnici in loco. Unilever investe molto nella formazione perché „se fatta bene all’inizio porta frutti a lungo termine“ ed e’ fattore chiave per l successo della tecnologia.
Maggiori informazioni e presentazioni del webinar: QUI