Secondo uno studio citato dal prof. Alberto Cavallini durante il Convegno tenutosi a Milano a giugno sulle Tecnologie della Refrigerazione, organizzato dal Centro Studi Galileo, non vi sarà una nuova generazione di refrigeranti, non almeno con le molecole a noi oggi note. Tutti i refrigeranti che potevamo „scoprire“ li abbiamo già a disposizione. Al massimo si possono tentare nuove miscele, con relativi svantaggi e vantaggi.
Secondo questo studio dunque, la chimica ha dato quel che aveva da dare, almeno per i tempi brevi. Quindi o si fa una refrigerazione sostenibile con i fluidi che abbiamo, o si cambiano tecnologie di refrigerazione.
Mettendo in fila tutte le possibili scelte disponibili oggi, il prof Cavallini giunge a queste conclusioni:
- Con utilizzo di refrigeranti
- HFC: ormai ben noti, molti di classe A1; zero ODP; molti di elevato GWP
- Idrocarburi HC: classe A3, zero ODP, basso GWP
- NH3, ammoniaca: eccellenti proprietà termodinamiche, Classe B2L
- CO2: anidride carbonica: alta pressione in ciclo transcritico;
- HFO idro-olefine (o derivati) alcune già in commercio, sufficientemente caratterizzate; altre no. Costo elevato;
- R1234yf, R1234ze: leggermente infiammabili;
- R1234ye(E)&(Z): buone proprietà termodinamiche; dati limitati
- R1225ye(E)&(Z):tossicità
- R1234zf: dati limitati, infiammabili;
- R1132(E)&(Z): infiammabili, dati limitati
- CFO/HCFO cloro o idroclorofluoroolefine: piccolo ODP, basso GWP, infiammabili (R1233zd(E)
- Miscele: già in considerazione, permettono di attenuare le proprietà negative di un fluido mantenendo le positive;
- Senza utilizzo di refrigeranti
- Assorbimenti/adsorbimento: per applicazioni specifiche. Macchine svantaggiate dai progressi della conversione termoelettrica;
- Refrigerazione termoelettrica o magnetica: bassa efficienza, problema die materiali adatti;
- Cicli a gas/refrigerazione acustica: efficienza limitata