Le catene del freddo nei paesi emergenti e in via di sviluppo sono oggi ancora rudimentali o inesistenti. In India, per esempio, solo il 4% dei prodotti freschi arriva sul mercato attraverso un sistema di magazzini e camion refrigerati, rispetto a oltre il 90% nel Regno Unito, provocando alti livelli di spreco di cibo. In Cina si pensa siano circa 66.000 i veicoli refrigerati che servono una popolazione di 1,3 miliardi, mentre la Francia ne ha 140.000 per una popolazione di appena 66 milioni.
Le catene fredde sono di vitale importanza non solo per il cibo, ma anche la medicina: si stima che più di 2 milioni di persone muoiano ogni anno per mancanza di vaccini a causa di una distribuzione refrigerata insufficiente. In India, per esempio, il terzo produttore farmaceutico mondiale, dove la produzione è quasi triplicata a 32 miliardi $ nei sette anni fino al 2014, quasi il 20% dei prodotti sanitari sensibili alla temperatura e il 25% dei vaccini arrivano danneggiati o degradati a causa di una catena del freddo non ben funzionante.
Ma queste differenze non sembrano destinate a persistere a fronte del cambiamento demografico che è già in atto: l’aumento dei redditi, l’urbanizzazione e la crescita della popolazione. I paesi in via di sviluppo ora devono affrontare una scelta: se costruire le loro nuove catene del freddo vitali utilizzando tecnologie tradizionali, altamente inquinanti o tecnologie fredde pulite del futuro.
L’Occidente è spesso preso come modello dall’Asia come “officina del mondo”, ma l’aumento dei redditi significa che la regione potrebbe presto avere il doppio della capacità di spesa dei consumatori di Europa e Nord America insieme. Le previsioni dell’OCSE suggeriscono che la classe media asiatica si moltiplicheranno di sei volte entro il 2030 a più di 3 miliardi di persone, due terzi del totale globale. Come i redditi aumentano, le persone tendono a mangiare più carne, latticini, frutta e verdura, e di mangiare nei ristoranti più spesso, ognuno dei quali richiede catena del freddo ben funzionante.
Anche solo alla luce di questi pochi dati risulta chiaro l’enorme impatto ambientale che avrà la scelta di questi paesi e l’impatto che lo sviluppo ella loro catena del freddo potrebbe avere anche sulle industrie europee.