Da una prima verifica risulta che, su oltre 51 mila imprese attualmente iscritte al Registro F-gas, solo il 26% sia in possesso della certificazione obbligatoria. Questo il dato che emerge dalla comunicazione inviata a Unioncamere dal Ministero dell’Ambiente per monitorare il rispetto degli obblighi di legge previsti per le persone e le imprese impegnate nelle attività di installazione, manutenzione e riparazione di apparecchiature contenenti gas fluorurati a effetto serra.
In particolare l’Unione delle Camere di commercio ha ricordato che:
• Circa un migliaio di istanze sul territorio nazionale, inoltrate dagli operatori alle CCIAA prima del 12 giugno u.s. (data di entrata a regime della descritta disciplina), risultano ad oggi incomplete nonostante la successiva richiesta di integrazione da parte degli uffici camerali;
• Tali pratiche potranno essere regolarizzate, ai fini del rilascio del certificato definitivo per operare nel settore delle apparecchiature contenenti i predetti F-gas, chiedendo alle aziende interessate di procedere alla sanatoria entro ulteriori venti giorni;
• E’ stato predisposto a tal fine un testo standard di comunicazione, che potrà essere compilato ed inviato alle predette aziende dal sistema informativo di Ecocerved, oppure da altri sistemi di categoria, recante il sollecito per la regolarizzazione dell’istanza nel termine anzidetto.
Sarebbe interessante capire – si legge in una nota di CNA-Grosseto – come mai solo il 26% delle imprese che a suo tempo avevano richiesto la certificazione provvisoria si sono poi definitivamente certificate. In merito a ciò il Ministero, nella nota, preannuncia una indagine presso le imprese stesse.
Ricordiamo che il DPR n. 43/2012 di attuazione del Regolamento CE n. 842/2006 prevede per le suddette persone fisiche e imprese l’obbligo di iscrizione a un apposito Registro, istituito presso il Ministero dell’Ambiente e gestito dalle Camere di Commercio territorialmente competenti, e l’obbligo di certificazione presso organismi accreditati.
Considerata la scarsissima osservanza dell’obbligo di certificazione, il Ministero intende, attraverso Unioncamere, acquisire informazioni su persone e imprese iscritte al registro ma non effettivamente certificate, diffidandole dallo svolgere attività che ricadono nel campo di applicazione del DPR.