L’effetto magnetocalorico non è cosa nuova: è stato scoperto nel 1881 dallo scienziato Otto Warburg e più recentemente è stata anche oggetto di un premio Nobel per la fisica nel 1941. Negli ultimi anni è ritornata nella sfera di interesse della ricerca e sviluppo delle applicazioni della refrigerazione, come alternativa alla compressione tradizionale con fluido refrigerante. Se però fino a poco tempo fa se ne parlava come di una nicchia sperimentale, oggi aumentano i casi di applicazioni ormai in fase preindustriale. Se ne parla a pagina 34 dell’edizione di dicembre di Zero sotto zero (QUI)