Cosi si è conclusa la conferenza di Lima

Bildschirmfoto 2014-12-14 um 18.12.14Pare che a Lima si siano fatti passi positivi. Cosi almeno dicono i comuicati stampa del Ministero dell’Ambiente Italiano che a Lima ha mandato il ministro Galletti. „L’Europa ha svolto un ruolo importante parlando con una voce sola”. Oppure: “L’intesa raggiunta stanotte a Lima rappresenta un importante passo avanti verso Parigi ed è un segnale forte che giunge dalla comunità internazionale”. Sono affermazioni del ministro Gian Luca Galletti, che esprime soddisfazione per gli esiti della conferenza Onu sui cambiamenti climatici Cop 20 di Lima. “È stato tracciato – ha detto Galletti – un percorso convincente per giungere, fra un anno, a quell’intesa globale che non può più essere rinviata”. “In una trattativa molto complessa – ha sottolineato Galletti – anche Stati strategici come Usa e Cina, maggiori emettitori di CO2 al mondo, che in passato hanno rappresentato ragioni nazionali differenziate, sono apparsi impegnatissimi a raggiungere un risultato negoziale convincente. In questo ambito l’Europa, guidata dall’Italia, presidente di turno, ha svolto un ruolo importante e coeso, di stimolo e di moral suasion, parlando con una sola voce e mettendo in campo tutta la sua capacità diplomatica e le sue relazioni internazionali per raggiungere l’obiettivo dell’accordo’’. ‘’Dalla conferenza – spiega Galletti – è emersa una road map per arrivare a Parigi con le carte in regola, per siglare un accordo che contenga gli impegni di tutti i paesi sul fronte delle riduzioni delle emissioni”. In particolare, aggiunge Galletti, ‘’la decisione di Lima assicurerà che i contributi per la riduzione delle emissioni che i Paesi presenteranno nei prossimi mesi siano trasparenti, quantificabili, comparabili e adeguati rispetto all’obiettivo di contenere la crescita della temperatura entro la soglia dei 2 gradi. Dalla conferenza sono giunte inoltre risposte significative sia sul Green Fund che sulla finanza a lungo termine nell’ambito di una visione condivisa della crescita verde come modello socio-economico alternativo su cui si deve basare lo sviluppo se vuole essere sostenibile ed equo”. “Certamente non tutti i nodi sono sciolti e fino dicembre 2015 ci sarà molto ancora da lavorare – ha rilevato infine il ministro – ma la strada che abbiamo fatto qui a Lima ci consente finalmente di guardare avanti con fiducia’’.

Diverso il punto di vista di Greenpeace e altre Organizzazioni ambientaliste che ritengono che, sebbene siano stati fatti dei passi in avanti a Lima, troppe decisioni e troppo lavoro sia stato rimandato a Parigi 2015. Tra le note positive:

• i 10 miliardi mobilitati per il fondo per il clima, ovvero quei mezzi che servono ad aiutare paesi particolarmente colpiti dal cambiamento climatico.

• È stata approvata in extremis la carta “Lima Call for Climate Action” secondo cui i paesi dovranno presentare all’Onu entro il 1° ottobre del 2015 impegni “quantificabili” ed “equi” di riduzione delle emissioni, oltre a una dettagliata informazione sulle azioni da seguire.

Ma per molti anche LIMA è stata una azione al ribasso, che ha sottolineato la difficoltà di mettere d’accordo paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo. “A Lima – ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – purtroppo i governi sono stati incapaci di sciogliere i nodi relativi alla differenziazione degli impegni nazionali e al sostegno finanziario ai paesi in via di sviluppo, che continuano a bloccare i negoziati verso Parigi. Rimangono ancora ben saldi gli antichi steccati tra paesi industrializzati e in via di sviluppo che l’accordo USA-Cina ci aveva fatto sperare fosse possibile superare. E’ indispensabile che i governi si mettano al lavoro da subito per superare questi steccati e concordare i criteri per differenziare senza ambiguità e in una dimensione dinamica gli impegni dei singoli paesi – ricchi, emergenti e poveri – nel pieno rispetto dell’equità. Solo così – ha concluso Cogliati Dezza – sarà possibile mettere in campo un’azione globale comune, la sola in grado di mantenere il riscaldamento del pianeta sotto la soglia critica dei 2°C, oltre la quale si rischia il punto di non ritorno come non si stancano di ripetere gli scienziati dell’IPCC”.

Intanto, di certo rimane il rapporto IPCC (QUI e QUI )e l’appello  lanciato in autunno del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon: “Dobbiamo agire ora per ridurre le emissioni di CO2, ridurre gli investimenti nel carbone e adottare energie rinnovabili per evitare il peggioramento del clima che si evolve a una velocità senza precedenti“.

Maggiori infromazioni sui risultati di LIMA:

Ministero Ambiente Italia

Commissione Europea

Conferenza di LIMA – Pagina ufficiale

LEGAMBIENTE su LIMA 

Italian Climate Network