Ridurre il consumo di energia dei centri commerciali

Un centro commerciale consuma anche quattro, cinque volte più energia per metro quadro rispetto a un edificio residenziale. Banchi frigo, illuminazione, climatizzazione, scale mobili e porte aperte sia d’estate che d’inverno sono voci che pesano notevolmente sul bilancio energetico dei templi dello shopping, spesso aperti sette giorni su sette. I ricercatori dell’EURAC coordinano un progetto europeo che mira a elaborare strategie per ridurne a un quarto i consumi energetici. I 23 partner si sono incontrati oggi a Bolzano per dare il via ai lavori.

Spesso sono aperti 12 ore al giorno, dal lunedì alla domenica. Con un consumo annuo a metro quadro fino ad oltre 500 chilowattora, i centri commerciali sono tra i servizi più energivori: i soffitti alti obbligano a climatizzare una grande quantità di aria, le normative igieniche prevedono sistemi di ventilazione che garantiscano il controllo dell’aria e le regole del marketing impongono di illuminare i prodotti fino a farli brillare. In Europa i centri commerciali rappresentano il sette per cento delle costruzioni e coprono aree molto estese, dai dieci ai 40 mila metri quadrati circa.

È per questo che i ricercatori dell’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC sono impegnati in un progetto che mira al loro risanamento energetico. Si tratta di uno studio molto vasto che coinvolge 23 partner da dieci paesi europei e a cui l’Unione europea ha concesso un finanziamento consistente nell’ambito del settimo programma quadro: oltre 9 milioni di euro.

Lo scopo del progetto è quello di tagliare drasticamente i consumi, riducendoli del 75 per cento attraverso interventi che consentano un ritorno dell’investimento nell’arco di sette anni. Le misure previste comprendono sia soluzioni tecnologiche, come vernici autopulenti o facciate multifunzionali in grado di reagire ai cambiamenti climatici, che strumenti per supportare le diverse fasi del processo di risanamento e valutarne gli impatti coinvolgendo tutti i soggetti interessati: proprietari del centro commerciale, clienti e titolari dei singoli esercizi.

Nei lavori di risanamento adotteremo una procedura che permette di ridurre i tempi di costruzione e di minimizzare i disagi per chi frequenta il centro commerciale”, spiega Roberto Lollini, responsabile del progetto. Sono diversi gli interventi di ottimizzazione previsti dai ricercatori. Ad esempio, gestire in maniera combinata l’impianto di climatizzazione e refrigerazione dei supermercati oppure creare un sistema che permetta di accumulare l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici e trasformarla in idrogeno da immagazzinare o da utilizzare in forma di elettricità per caricare bici o auto elettriche dei dipendenti e clienti del centro.

Dei tre casi di studio su cui i ricercatori testeranno le loro proposte di efficientamento uno si trova in Italia ed è un ex edificio industriale che verrà trasformato in centro commerciale, mentre gli altri due sono un moderno centro commerciale norvegese e un mercato tradizionale in Spagna. Questa varietà di casi pone gli esperti davanti alla sfida di elaborare soluzioni applicabili a edifici di diversa natura situati in diverse zone climatiche.