Arriva la primavera…

Bildschirmfoto 2014-03-11 um 09.41.50…e con essa, esattamente il 21 marzo, arriva anche l’incontro del Consiglio europeo che prendera’ in considerazione il quadro per la politica energetica della UE al 2030. Ricordiamo brevemente alcuni degli elementi chiave  del quadro strategico per il 2030 istituito dalla Commissione. Tra essi:

  •  un obiettivo vincolante per la riduzione dei gas serra: elemento centrale della politica climatica ed energetica dell’UE per il 2030, l’obiettivo di ridurre le emissioni del 40% al di sotto del livello 1990 verrebbe raggiunto unicamente mediante misure interne. La riduzione annua del massimale delle emissioni dei settori compresi nel sistema ETS dell’UE aumenterebbe passando dall’attuale 1,74% al 2,2% dopo il 2020. Le emissioni dei settori che non rientrano nel sistema ETS dovranno ridursi del 30% al di sotto del livello 2005; questo sforzo sarebbe ripartito equamente tra gli Stati membri. La Commissione invita il Consiglio e il Parlamento europei a concordare, entro la fine del 2014, che l’UE si impegni all’inizio del 2015 a realizzare una riduzione del 40% nell’ambito dei negoziati internazionali per un nuovo accordo mondiale sul clima, che si concluderanno a Parigi alla fine del 2015;
  • un obiettivo vincolante sulle energie rinnovabili a livello dell’UE che volgeranno un ruolo chiave nella transizione verso un sistema energetico sostenibile, sicuro e competitivo, posto almeno al 27% di energie rinnovabili a livello dell’UE;  L’obiettivo UE non verrebbe però tradotto in obiettivi nazionali attraverso la normativa unionale, lasciando quindi agli Stati membri la flessibilitĂ  di trasformare il loro sistema energetico nel modo piĂą consono alle preferenze e alle circostanze nazionali.
  • Efficienza energetica: i miglioramenti nell’efficienza energetica contribuiranno al raggiungimento di tutti gli obiettivi della politica energetica dell’UE; la transizione verso un sistema energetico sostenibile, sicuro e competitivo non è pensabile senza efficienza energetica. Il ruolo di quest’ultima nel quadro 2030 verrĂ  ulteriormente considerato nell’ambito della revisione della direttiva sull’efficienza energetica, che si concluderĂ  prevedibilmente entro la fine dell’anno;
  • Riforma del sistema ETS dell’UE: la Commissione propone di stabilire una riserva per la stabilitĂ  del mercato all’inizio del prossimo periodo di scambio ETS, nel 2021. La riserva permetterĂ  sia di affrontare l’eccedenza di quote di emissioni che si è costituita negli ultimi anni sia di migliorare la resilienza del sistema agli shock gravi, regolando automaticamente la fornitura di quote da mettere all’asta.
  • Energia competitiva, a prezzi accessibili e sicura: la Commissione propone una serie di indicatori chiave per valutare i progressi compiuti nel tempo e fornire una base oggettiva per eventuali riposte strategiche. Gli indicatori riguardano, per esempio, i differenziali di prezzo dell’energia tra i principali partner commerciali, la diversificazione delle forniture e la dipendenza da fonti energetiche interne, nonchĂ© la capacitĂ  di interconnessione tra gli Stati membri. Attraverso questi indicatori, le politiche da oggi al 2030 garantiranno un sistema energetico competitivo e sicuro che continuerĂ  a sviluppare un mercato piĂą integrato, forniture piĂą diversificate, una concorrenza piĂą intensa e fonti locali piĂą sviluppate, senza dimenticare il sostegno a ricerca, sviluppo e innovazione.

Il quadro 2030 si basa sugli attuali obiettivi 2020 del pacchetto «Clima ed energia» nonché su quelli della tabella di marcia della Commissione per l’energia e per un’economia competitiva a basse emissioni di carbonio per il 2050. La comunicazione su un quadro strategico per il 2030 fa seguito al Libro verde della Commissione del marzo 2013, che ha lanciato un’ampia consultazione pubblica su un ventaglio dei più consoni obiettivi energetici e climatici per il 2030 e sulla loro struttura. I documenti citati rispecchiano l’obiettivo dell’UE di ridurre, entro il 2050, le emissioni di gas serra dell’80-95% rispetto ai livelli del 1990, che rientra negli sforzi necessari da intraprendere da parte dei paesi sviluppati.