Porta o non porta, questo e’ il problema!

In una discussione serale i membri dello IOR – l’istituto di refrigerazione britannico – hanno discusso dell’opportunità’ di utilizzare porte sui mobili a temperatura controllata nei punti vendita al dettaglio. Tra le osservazioni fatte ne riportiamo alcune degne di nota, rimandando ad un approfondimento sull’argomento che verrà pubblicato in uno dei prossimi numeri di ZZ-

L’efficienza delle porte refrigerate dipende da che tipo di porta si utilizzi – scorrevole o apribile – da quanto spesso vengono aperte/chiuse, dal tipo di vetro  – singolo, doppio, triplo – e dal fatto che si tratti o meno di porte originali. Se si tratta di un retrofit, la qualità dell’operazione è fondamentale per garantire risultati efficaci. La letteratura scientifica pullula di esperimenti condotti per misurare la reale efficienza dell’applicazione delle porte sui mobili refrigerati. I risultati sono spesso discordanti, talora opposti. Ci piace la conclusione a cui arriva uno studio commissionato niente po po’ di meno che dal „Department of Energy“ degli Stati uniti: „Qualunque operazione di retrofit non deve dimenticare di riparametrare l’impianto di refrigerazione. Talora ad esempio l’aggiunta di porte permette di alzare la temperatura all’evaporatore di 6-7 gradi, risultando questo in un ulteriore risparmio energetico“. Insomma, senza un „fine tuning“ ogni buona operazione potrebbe risultare inutile o non dare i risultati aspettati. A rigor di logica, l’impatto ambientale maggiore di un mobile refrigerato avviene durante la sua vita utile. per questo poco si sono considerate le analisi di LCA, ovvero che considerano anche l’impatto della produzione e dello smaltimento.  E l’aspetto economico? Va da sé che in un business plan bisogna essere concreti. Cifre alla mano, uno studio francese afferma che con porte sui mobili si possono raggiungere risparmi tra il 38-50% e quindi vi sarebbe un ritorno di investimento di circa 16 mesi. Allo stesso risultato arriva un altro studio che considera anche la minore richiesta di riscaldamento invernale per via dell’eliminazione delle isole di freddo vicino agli scaffali, ingente, seppur controbilanciata da una maggiore necessita di raffrescamento estivo, per il mancato effetto freddo del mobilio. Ciò detto si stima il ROI di 1,4-1,6 anni.