Dossier Clima 2014: in calo la CO2 in Italia

Bildschirmfoto 2014-02-18 um 13.15.20E’ stato appena presentato  a Roma il nuovo rapporto “Dossier Clima 2014” della Fondazione Sviluppo Sostenibile, che dall’analisi delle serie storiche delle emissioni di gas serra, ane analizza l’andamento fino ai gionri nostri. L’Italia, dopo aver centrato il suo obiettivo per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e altri gas serra previsto dal Protocollo di Kyoto, continua nella tendenza  di diminuzione delle emissioni di  CO2.  Dalle 519 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (MtCO2eq) emesse dall’Italia nell’anno-base, il 1990, le prime stime elaborate dalla Fondazione presentano uno scenario di riduzione di  un taglio del 16%. C’e’ di che essere ottimisti? Dipende…Qunato infatti di questa riduzione e’ dovuto alla crisi, alla delocalizzazione? Ma soprattutto: se i target attuali saranno comodamente raggiunti, non e’ il acso di alzare l’asticella degli sforzi, visto che il clima continua a darci segnali estremi e chiari?

Non e’ questo il luogo per fare queste riflessioni. Qui ci limitiamo a proporre i punti salienti del rapporto, disponibile sul sito della Fondazione:

Le stime per il 2013 indicano una contrazione del PIL dell’1,8%. Tuttavia, secondo la Fondazione, questa è responsabile di circa un terzo della contrazione delle emissioni del 2013. Sulla parte rimanente incidono lo sviluppo delle rinnovabili, dell’efficienza energetica e gli stili di vita più sostenibili, nonostante il 2013 sia stato per le politiche ambientali in Italia un anno di luci e ombre, come testimonia il rallentamento registrato nelle fonti rinnovabili.

  Dal 2005 si osserva un deciso cambio di passo, con le emissioni di gas serra che cominciano a calare già tre anni prima della crisi economica. Dal 2005 al 2013 le emissioni si sono ridotte di oltre 140 MtCO2eq (-25%). L’intensità carbonica, ossia la quantità di emissioni per unità di PIL, negli ultimi 9 anni è diminuita a un tasso medio annuo del 2,4%, contro lo 0,6% del periodo 1990-2004. Dall’inizio della crisi alla fine del 2013 il PIL italiano è sceso complessivamente del 7,5% e le emissioni di gas serra del 20%. A meno che non si ipotizzino tassi di crescita del PIL oltre il 2,4%, l’Italia è oramai in una fase di disaccoppiamento assoluto.

  L’Italia ha centrato il target di Kyoto, riducendo le emissioni rispetto al 1990 del 7,8% a fronte di un impegno del -6,5%. I dati ufficiali confermano, quindi, le stime effettuate dalla Fondazione lo scorso anno. Guardando oltre, anche i target al 2020 fissati dal Pacchetto clima-energia dell’UE sono a portata di mano: gli attuali livelli di emissione di gas serra sono già inferiori a quelli previsti per l’Italia dal target europeo; nel 2013 le rinnovabili dovrebbero superare agevolmente la soglia del 14% dei consumi finali lordi, molto vicino, quindi, al target del 17%; anche i consumi primari di energia nel 2013 sono allineati a quelli previsti per il 2020.

  Guardando al 2030, secondo le simulazioni della Fondazione, se l’Europa puntasse su un target di riduzione conservativo, come il -40% proposto dalla Commissione, il target per l’Italia sarebbe di circa 405 MtCO2eq,: ciò vorrebbe dire dover rallentare fortemente il processo di innovazione ecologica in atto. Mantenendo gli attuali tassi di decarbonizzazione, invece, anche in presenza di una ripresa economica significativa (PIL in media a +1,5% per anno) al 2030 le emissioni scenderebbero a meno di 370 MtCO2eq, un valore vicino ai 340 MtCO2eq proposti dalla Fondazione come target per l’Italia nella ipotesi di un taglio del 50% a livello europeo.

 Anche l’Europa nel suo complesso ha abbondantemente conseguito il tartet del Protocollo di Kyoto: la UE15 ha fatto segnare una riduzione del -16% (inclusi i meccanismi flessibili) come media 2008-2012, a fronte di un impegno del -8%. Per quanto riguarda gli obiettivi al 2020, la UE27 ha visto scendere le emissioni dal 1990 al 2012 del 19%: è probabile, quindi, che il target 2020 sia stato raggiunto e superato già nel corso 2013. Anche sui due target per le fonti rinnovabili e, un po’ a sorpresa, per l’efficienza energetica, l’Unione europea è sulla buona strada, in linea con i target del Pacchetto Clima-Energia.

A livello mondiale, pur non disponendo ancora di dati consolidati per il 2012, si può affermare che il target del Protocollo di Kyoto è stato abbondatemente centrato: i paesi dell’Annesso I (tutti, anche quelli non ratificanti) al 2012 hanno ridotto le emissioni del 14,5% a fronte di un target del 5,2%. Tuttavia, il Protocollo non è stato sufficiente a conseguire l’obiettivo della Convenzione quadro ONU di stabilizzare il clima: dal 1990 le emissioni mondiali di gas serra sono aumentate di oltre il 30% e la concentrazione di CO2 in atmosfera ha oramai superato le 400 ppm.