Idrocarburi: fuori dalla nicchia

In Europa il numero di impianti di refrigerazione che funzionano a idrocarburi (HC) è in continuo aumento: lo dice un rapporto appena pubblicato da Shecco  – agenzia B2B specializzata in refrigerazione naturale – sull’andamento della refrigerazione naturale in Europa e dal titolo: “GUIDE 2014: Natural Refrigerants – Continued Growth & Innovation in Europe”. In questa guida, una versione riveduta e aggiornata della prima edizione del 2011, si analizzano per la prima volta la presenza e l’utilizzo della refrigerazione ad idrocarburi nel retail. Una novità perché fino ad ora quando si parlava di retail e refrigerazipone naturale si pensava soprattutto alla refrigerazione a CO2. I risultati sono sorprendenti e indicano come gli idrocarburi stanno uscendo dall’ombra e acquisendo sempre più terreno: alla fine del 2013 erano almeno 480.000 i mobili plug-in utilizzo nei supermercati europei, tutti funzionanti a R290. E si tratta di una stima conservativa, sottolineano gli autori del rapporto. Sono soprattutto Germania e Gran Bretagna a dare spazio a questa tecnologia. In Gran Bretagna il retail Lidl (di origine tedesca) impiega idrocarburi in più del 20% dei suoi mobili plug in, portandone il numero a 9000. In Germania, lo stesso Lidl usa propano nel 60-70% dei suoi congelatori a pozzetto in media temperatura. Il Gruppo Rewe in Germania ha già in utilizzo 15000 mobili che usano i refrigeranti naturali. Aldi Süd, grosso retail nel sud della Germania usa propano in 4/5 dei suoi freezer in bassa temperatura (circa 32000 pezzi). Invece in ALDI Nord il propano ha una penetrazione del 47%  nelle basse temperature.

Sempre in Germania, Leckerland usa butano per le medie temperature nel 71% dei propri freezer a pozzo. Per le basse temperature Leckerland usa isobutano nel 66% e propano nel 18% dei freezer a pozzo.