Si chiude un 2013 all’insegna dell’innovazione per Emmeti. L’azienda – parte del Gruppo Emmeti insieme a FIV – ha inaugurato a cavallo fra estate e inizio autunno una nuova linea per la produzione del tubo multistrato. Emmeti ha per anni commercializzato questo prodotto, insieme ai raccordi a pressare che lo completano. Oggi, visto l’aumento del costo del rame e le caratteristiche tecniche del multistrato, i volumi di vendita raggiunti dall’azienda – circa 27.000.000 € a livello di Gruppo EMMETI nel 2012, con previsioni di crescita per il 2013 – hanno giustificato un investimento importante a livello aziendale: diversi milioni di euro, più di cinque solo per le linee.
Lo stabilimento di Fontanafredda (PN) diventa ora un punto d’eccellenza produttiva: 10.000 mq con macchine ad alta tecnologia, la linea di produzione, un nuovo tunnel di reticolazione, la linea di rivestimento, l’impianto di imballaggio automatico, i magazzini per le materie prime e il prodotto finito, e il laboratorio analisi. A pieno regime, il sito produce 65 + 50 mila metri di tubo al giorno, per circa 30 milioni di metri l’anno, con una capacità che si attesterà entro il 2014 ai 37 milioni. Al suo interno saranno prodotti: tubo per acqua PeX/Al/PeX 16-20-26-32, Tubo per acqua PeRT/Al/PeRT 16-20, Tubo per gas PeX/Al/PeX 16-20-26-32.
L’elevata tecnologia delle linee non ha escluso novità importanti a livello occupazionale. L’investimento di Emmeti, infatti, ha avuto ricadute positive a livello di nuove assunzioni: da inizio anno circa venti persone sono entrate in un organico inferiore alle 50 unità. Il direttore operativo, Massimo Pisani, conferma: «I robot sopportano orari e carichi di lavoro disumani, necessari per mantenere alta l’asticella del price-performance in un mercato in cui la differenza la fanno pochi punti di margine. Certo, non possono fare tutto e necessitano di attenzione e manutenzione costanti. Aumentando la loro presenza nel ciclo produttivo riesco anche ad allargare la pianta organica. Partiamo da un assunto: un uomo non può alzare bobine per migliaia di chili, meno che meno lo può fare a intervalli di poche decine di secondi, centinaia di volte al giorno. Servono le macchine. Che escludono, in ipotesi, qualsiasi intervento dell’uomo. Non è così, in realtà: la produzione 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno ci permette di essere competitivi quel tanto che basta, abbattendo i costi fissi più onerosi, e di reinvestire in impianti generando l’occupazione necessaria alla loro maintenance».