In un recente rapporto (disponibile QUI), Legambiente pone l’accento sulla problematica del riciclo dei gas refrigeranti a fine vita degli apparecchi che li contengono. In tale rapporto si evidenzia che, stando ai dati ISPRA 2010, in Italia sarebbero state prodotte 265 tonnellate di CFC, HCFC e HFC, con punte di produzione In Lombardia, Veneto e Piemonte . Sebbene la gran parte di essi risulti essere stata recuperata o avviata al riciclo, l’Italia si colloca agli ultimi posti dei paesi virtuosi per la raccolta: nel 2011 in Italia sarebbero stati prodotti in media 4,4 grammi /capite di refrigerante da rifiuto contro i 23 della Germania o i 16 della Francia. E questo nonostante in realtà il nostro paese sia in Europa uno dei maggiori utilizzatori di gas refrigerante. Questa situazione è dovuta a diversi elementi. Sicuramente è di natura culturale. Nel rapporto si afferma: „Da un punto di vista culturale, spesso non vi è consapevolezza di causare un danno ambientale liberando il refrigerante in atmosfera al termine della vita utile degli impianti. Parallelamente, i costi di smaltimento legale di tali rifiuti sono abbastanza elevati anche perché le ridotte quantità avviate allo smaltimento non consentono l’ottimizzazione della filiera“. Per questo Legambiente propone una serie di misure per rafforzare la filiera del riciclo di gas refrigeranti, quali ad esempio:
- attuare campagne di informazione e formazione sia tra gli utilizzatori degli impianti che tra gli addetti al servizio di installazione e manutenzione riguardo le modalità di gestione di queste sostanze e il loro elevato impatto ambientale;
- ridurre attraverso sistemi di incentivazione e agevolazione gli elevatissimi costi di gestione del refrigerante da rifiuto che oggi scoraggiano l’adozione delle prassi corrette di recupero e smaltimento;
- potenziare il sistema dei controlli e delle sanzioni, anche in base all’ultimo decreto sulle sostanze ozono lesive approvato nel luglio scorso e in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, per garantire il corretto svolgimento delle fasi più delicate della filiera, ovvero la manutenzione e il recupero a fine vita dei gas. Azione prioritaria anche in vista della dismissione degli HCFC entro fine 2014, che vedrà quindi i prossimi mesi decisivi per la gestione di queste sostanze;
- infine, come su altre tipologie di rifiuti, potrebbe essere utile la formazione di un consorzio per il recupero e il trattamento di tali tipologie di gas per agevolare il conferimento in appositi impianti per il recupero e la rigenerazione di queste sostanze.