Alla recente conferenza ATMOsphere Samuel Just, responsabile presso il Ministero francese dell’Ecologia e dello Sviluppo Sostenibile per l’attuazione del regolamento sui gas fluorurati e del regolamento nazionale sull’utilizzo die refrigeranti alogenati, ha descritto brevemente la posizione francese nei confronti di alcuni aspetti della proposta della Commisisone alla modifica del regolamento sui gas fluorurati
Attualmente (ndr: ottobre 2013) vige in Francia un regolamento sui gas fluorurati in linea con il regolamento europeo. Sul tema delle certificazioni Just afferma: “Per la certificazione professionale del personale non vi sono limiti di validità. Invece per le aziende il limite è di 5 anni. Durante il periodo di validità della certificazione l’azienda è tenuta a riportare le sue attività di trattamento refrigeranti e a sottoporsi ad audits specializzati. Ad oggi in Francia vi sono più di 72000 tecnici e più di 30.000 aziende certificate”. La Francia si oppone a eventuali cambiamenti nel sistema di certificazione: attuarlo nei limiti imposti dalla legge ha richiesto tempo ed energie e un cambiamento penalizzerebbe chi ha osservato il regolamento, avvantaggiando chi non lo ha fatto.
La proposta europea: quote
In linea generale la Francia è d’accordo con una riduzione globale degli HFC da portare avanti nel contesto del protocollo di Montreal e anche con la riduzione graduale di HFC sul mercato proposta dalla Commissione Europea. Questa si baserebbe su un sistema di quote di permesso per l’immissione sul mercato degli HFC, come anche si dice nella proposta della Commissione. Secondo tale proposta una quantità di quote fisse dovrebbe regolare la quantità di HFC presente sul mercato europeo. Tali quote verrebbero distribuite ai produttori/importatori di HFC in base alla loro produzione (importazione nel periodo 2008-2011). Solo il 5% delle quote verrebbe riservato a nuovi produttori/importatori. Il sistema delle quote vuole essere una opportunità per finanziare la riduzione di HFC adeguandosi al principio che chi inquina, paga. Secondo la proposta francese le quote non dovrebbero essere distribuite gratuitamente. E vi è dell’altro. Secondo la proposta della Commissione risulterebbe che più dell’85% delle quote (160Mt CO2 equivalenti sul totale di 186) verrebbe distribuito a 5 principali importatori/produttori europei di HFC in purezza o in blend. Questa dominanza potrebbe avere conseguenze non necessariamente in linea con l’evoluzione verso una refrigerazione senza HFC. Non provvede cioè nessun gettito fiscale agli Stati Membri, ma solo a 5 aziende principali e quindi non può essere considerato un metodo per finanziare e sostenere un accordo globale sugli HFC. Aprire il sistema delle quote a produttori/importatori anche di apparecchiature dovrebbe limitare la distorsione, dando flessibilità all’approvvigionamento di HFC. Le stesse regole dovrebbero essere applicate ai bulk di HFC e agli apparecchi precaricati per eliminare ogni distorsione.
La proposta francese: all’asta l’immissione sul mercato di HFC
Un sistema ad aste è leale e non discriminatorio. Ogni produttore/importatore può partecipare all’asta, acquistando i permessi per immettere sul mercato una certa quantità di HFC. Tutti gli HFC, anche quelli in apparecchi precaricati, rientrerebbero nel sistema delle quote, rendendo per altro inutili il divieto di precarica e sulla manutenzione. In generale l’utilizzo di HFC ad alto GWP dovrebbe essere vietato. Ricordiamo qui brevemente che in Francia si discute ancora sulla necessità o meno di introdurre una tassa sugli HFC a seconda del potenziale di GWP. Tale proposta è ancora sul tavolo delle discussioni del Ministero.