Il sei maggio è stato l’anniversario del primo brevetto di una macchina frigorifera commerciale. Nella stessa data del 1851, infatti, John Gorrie giudice di pace e già sindaco di Apalachicola, in Florida ottenne il brevetto di una macchina per fare il ghiaccio basata sulla rapida espansione dell’aria compressa. L’utilizzo della macchina, secondo l’inventore, avrebbe dovuto essere quello medico, per produrre ghiaccio da utilizzare nella cura dei pazienti ammalati di febbre gialla che da dieci anni mieteva vittime nelle pianure paludose della zona. La sua “ice-making machine” permetteva infatti di produrre ghiaccio inutile per abbassare la temperatura corporea dei pazienti. Non si trattò di un’invenzione isolata dal contesto tecnologico dell’epoca poiché Gorrie si basò sugli gli studi sulla refrigerazione fatti nel 1748 da William Cullen, all’Università di Glasgow e quelli realizzati nel 1805 dallo statunitense Oliver Evans e nel 1834 da Jacob Perkins, il primo a utilizzare gas tramite un compressore a ciclo chiuso. Ottenuto il brevetto l’inventore andò in cerca di capitali per avviare la commercializzare del dispositivo, ma sia i difetti di funzionamento, sia l’opposizione della lobby ghiaccio industriale, scoraggiarono i possibili investitori, al punto che Gorrie morì il 29 giugno 1855, ad Apalachicola, credendo che la sua invenzione non avrebbe avuto alcun futuro. Successivamente la sua tecnologia fu perfezionata, anche da Albert Einstein che tra il 1928 ed il 1933, insieme a Leo Szilard, registrò 45 brevetti nel campo del freddo.