Dorin, compressori made in Italy

Attiva da quasi un secolo nel settore della refrigerazione e condizionamento, l’azienda fiorentina Officine Mario Dorin oggi è impegnata a intensificare la sua presenza nei paesi CEE ed extra CEE. È proprio grazie all’esportazione che la società è riuscita ad affrontare al meglio la crisi che ha colpito l’economia italiana, come racconta il direttore marketing Giovanni Dorin
Giovanni Dorin, direttore marketing di Officine Mario Dorin

«La cosa più importante è che i nostri prodotti siano sempre perfetti», diceva Mario Dorin, fondatore nel 1918 dell’azienda che ancora oggi porta il suo nome. Da allora, sono trascorsi molti anni, durante i quali la società si è distinta per la produzione di una gamma completa e diversificata di compressori che vanno dai compressori aperti per installazioni fisse a quelli leggeri e veloci in alluminio per applicazioni di trasporto refrigerato ed il condizionamento di autobus, fino a compressori semiermetici anch’essi per installazioni fisse, su camion refrigerati, per il condizionamento di carrozze e locomotori ferroviari, senza dimenticarsi dei compressori adatti ai gas naturali per idrocarburi (propano) ATEX,  ammoniaca ed infine a CO2 (anidride  carbonica) dei quali ci possiamo vantare di essere stati i precursori a livello mondiale, avendo ad oggi la gamma più estesa e sperimentata del mondo. Tutti questi prodotti sono attualmente distribuiti praticamente a livello globali, coprendo praticamente quasi tutti i paesi del mondo.
Dall’anno della sua nascita, l’azienda fiorentina è sempre stata diretta dalla stessa famiglia: perciò, insieme al continuo sviluppo delle tecnologie, anche il fattore umano ha contribuito alla costante crescita della società che, a poco a poco, si è conquistata una posizione di leadership sul palcoscenico globale della refrigerazione e che attualmente è impegnata a penetrare con maggior forza nei mercati esteri e soprattutto in Asia, Russia, America.
Della storia, dei successi, dei prodotti, delle modalità per affrontare l’attuale crisi e delle iniziative future di questa storica realtà, abbiamo parlato con il direttore marketing, Giovanni Dorin.

Quali sono i momenti salienti che hanno caratterizzato la storia aziendale?
L’avventura di Officine Mario Dorin  ha inizio nel 1918, quando un po’ per passione e un po’ per intuizione, Mario Dorin, mio bisnonno, decide di investire nel settore della meccanica e fonda l’azienda. Inizialmente realizza attrezzature macchine utensili tipo brocciatrici e rettifiche per alberi,  compressori ad aria e pompe per liquidi; in più, si dedica alla riparazione di motori per camion.
Ben presto, però, si rende conto che il settore della refrigerazione può offrire prospettive di sviluppo futuro molto più interessanti, anche dal punto di vista economico. Perciò nel 1932 inizia a costruire compressori e impianti di refrigerazione, che in breve tempo diventano la produzione principale di Officine Mario Dorin. In principio si tratta di compressori aperti; mentre dal 1957, grazie anche all’apporto di mio nonno Giovanni, ingegnere, l’azienda sviluppa i compressori semiermetici per condizionamento e refrigerazione.
Gli anni ’70 sono caratterizzati da una forte crescita, dovuta a un’intensificata attività commerciale affidata a mio padre e al continuo lavoro ingegneristico di mio nonno.
Col tempo, vengono sviluppate diverse applicazioni che portano l’azienda ad affacciarsi al nuovo millennio forte di una consolidata supremazia tecnologica.
All’inizio degli anni ‘90 viene realizzato il primo compressore con inverter e viene sviluppata la gamma CO2; mentre gli anni 2000 sono caratterizzati dall’introduzione della seconda generazione di compressori per applicazioni transcritiche (gamma CD) e si ampliano le applicazioni inverter (gamma HI).
Nel frattempo l’azienda continua ad allargare la produzione di compressori dedicati a refrigeranti tradizionali: viene sviluppata la linea EP, dedicata all’utilizzo del refrigerante R134a, ottimizzata per applicazioni in cascata in combinazione con i compressori di tipo subcritico per la CO2. In più, con la gamma HEX, dedicata all’utilizzo di refrigeranti HC, propano, Officine Mario Dorin dà un segnale evidente del suo impegno nell’utilizzare refrigeranti naturali, in linea con la crescente richieste di prodotti di questo tipo da parte del mercato.

Oggi Dorin è presente in diversi paesi in tutto il mondo. Quali sono quelli su cui siete maggiormente concentrati?
Fino a non molto tempo fa eravamo fortemente focalizzati sul mercato italiano, mentre da alcuni anni puntiamo molto sull’esportazione dei nostri prodotti. In particolare, tra il 2088 e il 2009, abbiamo fondato una società commerciale a Shanghai, con un partner locale che detiene il 10%, contro il nostro 90%. La scelta della presenza in Cina per il mondo asiatico è derivata dalla volontà di gestire con maggiore immediatezza e puntualità l’attività commerciale e promozionale in quest’area che si sta rivelando sempre più strategica per noi. L’anno scorso abbiamo deciso di attivare una linea produttiva di assemblaggio di compressori quasi esclusivamente dedicata alla Cina e all’Asia, mentre i prodotti destinati al resto del mondo, continuano ad essere prodotti in Italia.
Sulla scia dei risultati positivi ottenuti in Cina, abbiamo stabilito di operare allo stesso modo anche in Russia. Qui, e in particolare a Mosca, abbiamo intenzione di aprire un ufficio commerciale.

Come mai tra i paesi in cui Dorin è intenzionata a penetrare con più forza c’è anche l’America, che non è un mercato particolarmente facile da conquistare?
Le richieste sono alte anche in America. Ultimamente sono stati molti i clienti americani che hanno mostrato interesse per i nostri compressori CO2: questo ci ha spinto a valutare la possibilità di creare una struttura più solida e presente per il mercato americano.
L’idea di aggredire con maggior forza il mercato oltreoceano deriva anche dalla consapevolezza del valore dei nostri prodotti: attualmente, il mercato statunitense è in mano alle produzioni americane, ma i nostri concorrenti non hanno l’esperienza e la vasta gamma di compressori CO2 che vantiamo noi. Dorin ha iniziato nel ’91 a studiare il compressore transcritico e lo ha immesso sul mercato già dagli anni Novanta; gli altri sono arrivati a questa soluzione solo negli ultimi due anni, passando prima per il subcritico e sviluppando solo successivamente il transcritico.

Quindi gli affari stanno andando bene, nonostante questo non sia certo un momento facile per il mercato?
All’inizio del 2011, le cose andavano alla grande: abbiamo ottenuto davvero ottimi risultati. Tra giugno e luglio, però, il settore ha subito una battuta d’arresto che si è accentuata nei mesi successivi. L’Europa ha rallentato molto la sua crescita e l’Italia si è fermata. In Asia e Medio Oriente però, la crisi non ha avuto queste ripercussioni, perciò, grazie all’esportazione, noi siamo riusciti ad affrontare questo periodo non facile per l’economia. Oggi puntiamo molto sull’esportazione, tanto che distribuiamo all’estero, quasi il 70% dei nostri prodotti.

Come e quando, secondo lei, il mercato italiano riuscirà a uscire dalla crisi?
Non credo che ci saranno grossi cambiamenti nel corso del 2012. Spero, però, che dalla seconda metà del 2013 possa esserci una ripresa. Molto dipenderà da fattori che noi non possiamo gestire. Ci tengo a precisare che, nonostante le difficoltà, siamo intenzionati a non perdere il mercato italiano: siamo un’azienda nata e cresciuta in Italia e vogliamo continuare ad essere presenti sul territorio con i nostri prodotti, pur puntando massicciamente sull’export.

Quanto conta per un’azienda come la vostra, l’innovazione tecnologica?
È fondamentale. Perciò, nonostante la crisi, ci siamo dedicati a un forte sviluppo della tecnologia dei compressori. Nel 2011 abbiamo aggiornato la linea standard, passando dalla gamma K e Y alla gamma H che è più performante e più compatta; in più abbiamo aggiornato la nostra proposta di compressori CO2 che fino a un anno e mezzo fa era un update della gamma iniziale, mentre ora sfrutta al meglio il concetto tecnologico del processore transcritico. Stiamo anche cercando di valorizzare sempre più il concetto di refrigerazione naturale, verso il quale il comparto sta dimostrando un interesse crescente, inserendo di idrocarburi, che sono refrigeranti naturali, come la CO2 e l’ammoniaca.

Quindi continuate a investire sull’innovazione, nonostante questo comporti il rischio di ridurre i margini?
Tecnologia avanzata, robustezza, efficienza e affidabilità sono sempre state le caratteristiche principali dei nostri compressori, grazie alle quali siamo riusciti a guadagnarci un ruolo di primo piano nel comparto, e alle quali non possiamo rinunciare. A queste peculiarità si unisce naturalmente la qualità: qualità dei singoli componenti, che sono soggetti a rigorosi test; qualità del ciclo produttivo, eseguito e controllato in accordo al Sistema di Qualità ISO9001; e qualità garantita dal marchio CE applicato all’etichetta di ogni compressore.
È chiaro che ci dobbiamo sacrificare un po’ per mantenere questi standard. La situazione di crisi non comporta per noi aziende un abbassamento dei costi: i consumi rallentano e di conseguenza, anche alla fonte, rallentano le produzioni, ma senza che ciò comporti un abbassamento dei costi. La soluzione, anche per recuperare margine, è riuscire a gestire al meglio i processi, cosa che i dirigenti di Dorin stanno facendo, con ottimi risultati.

Quali sono le linee di prodotto su cui state puntando maggiormente?
Come dicevo, lo scorso anno abbiamo investito molto nell’innovazione tecnologica dei nostri prodotti, così quest’anno siamo riusciti a lanciare diverse gamme di prodotto rinnovate e ancora più performanti. La linea CD, per le applicazioni transcritiche, rappresenta il nostro top di gamma, grazie a una tecnologia che esprime quanto di più avanzato il mercato possa recepire. La gamma CDS, dedicata ad applicazione cascata e booster è stata totalmente riprogettata al fine di garantire una tenuta in pressione sino a 40bar comportando così una maggior garanzia nel controllo delle valvole di sicurezza, riducendo considerevolmente la necessità di una loro apertura con conseguente rilascio della carica di refrigerante in atmosfera e rischio di deterioramento dei prodotti da refrigerare. Oggi la gamma CDS vanta un considerevole incremento  dei  valori  di  C.O.P.,  grazie  all’ottimizzazione fluidodinamica dei passaggi interni e all’adozione di motori a 4 poli ad alta efficienza.  La linea HI è al momento quella che, all’interno del mercato, può ostentare il più ampio range di frequenze di funzionamento (20Hz – 90Hz): siamo stati i primi a lanciare in questo comparto una gamma di compressori progettati specificamente per il funzionamento a frequenza variabile, e i nostri prodotti continuano ancora a distinguersi per le loro performance. Della gamma fanno parte macchine che crediamo possano incontrare sempre maggiori consensi, grazie anche alla loro silenziosità di funzionamento e all’assenza di vibrazioni.
La nuova linea HEX (per idrocarburi) viene, invece, proposta al mercato come soluzione di eccellenza in applicazioni antideflagranti per impiego sia con refrigeranti tradizionali, sia con fluidi infiammabili (propano), garantendo la gestione in totale sicurezza delle problematiche inerenti l’infiammabilità del refrigerante o dell’atmosfera circostante il compressore.
Particolarmente innovativi sono anche i nuovi compressori doppio stadio 2SH, disponibili a 4 e a 6 cilindri. Tali  prodotti si caratterizzano per l’assenza di collettori esterni: una soluzione tecnica che ci ha permesso di minimizzare i rischi di perdita derivanti dall’alto numero di guarnizioni e giunture che caratterizzano i sistemi con collettori esterni, a favore di una notevole riduzione della possibilità di impatto ambientale; sottoraffreddatore di liquido e valvola di espansione sono già preinstallati sul compressore stesso.
Infine, i compressori EP_ECOpremium adottano soluzioni tecniche volte a incrementare l’efficienza degli impianti a R134a grazie a una ottimizzazione del compressore alle basse temperature di condensazione (fino a10°C), un opportuno dimensionamento dei motori elettrici e speciali piastre valvole specificatamente dimensionate.
I vantaggi offerti dall’uso di queste macchine sono svariati e comprendono la riduzione delle pressioni di esercizio rispetto all’applicazione di R404A, con conseguente aumento dei margini di sicurezza, specie nei climi caldi, e la emissione diretta meno dannosa grazie ad una  riduzione del GWP dell’impianto. A conferma dell’impegno di Officine Mario Dorin nella ricerca di una riduzione dell’impatto ambientale dei componenti impiantistici per la refrigerazione, la gamma EP_ECOpremium permette di abbassare i consumi dell’impianto grazie alla variabilità di frequenza; anche la rumorosità è ridotta, per applicazioni in contesti cittadini.