L’Europa verso COP24

EuropaIl Consiglio europeo dei ministri dell’ambiente ha adottato ieri le conclusioni sui cambiamenti climatici in cui

  • si sottolinea l‘urgenza senza precedenti necessaria per intensificare gli sforzi globali per evitare gli effetti pericolosi dei cambiamenti climatici;
  • sottolinea l’urgenza di affermare uan economia circolare per mitigare i cambiamenti climatici;
  • invita chi non lo abbia ancora fatto  a ratificare l’accordo di Parigi e lo sostiene pienamente;
  • afferma nuovamente il ruolo leader che la Ue prende nella lotta contro il cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico sta accadendo e i suoi effetti si fanno sentire in tutto il mondo. I ministri dell’ambiente inviano al mondo un forte segnale politico in queste conclusioni, che costituiscono la base per definire la posizione dell’UE in occasione della prossima conferenza sul clima COP24 a Katowice, in Polonia, a dicembre.

«Oggi abbiamo sottolineato ancora una volta che l’UE continuerà a guidare la strada nell’azione globale sull’azione per il clima. L’UE deve svolgere un ruolo cruciale in questa importante questione. Le conclusioni di oggi ci danno una posizione solida e coerente per COP24» ha affermato Elisabeth Köstinger, ministro federale austriaco per la sostenibilità e il turismo.

Nelle conclusioni, i ministri reagiscono anche alla relazione speciale dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5 ° C rispetto ai livelli preindustriali, che è stato reso pubblico l’altro ieri.

L’UE è impegnata nell’accordo di Parigi e sta attuando politiche ambiziose. Nelle loro conclusioni, i ministri dell’ambiente ricordano i progressi compiuti negli ultimi mesi dall’UE in merito a una legislazione che rispetta gli impegni presi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Tra questi, il nuovo obiettivo UE 2030 per le energie rinnovabili del 32%, il nuovo obiettivo di efficienza energetica del 32,5%, la riforma del sistema di scambio delle emissioni dell’UE, gli obiettivi di riduzione delle emissioni nei settori che non rientrano nel campo ETS e l’integrazione dell’uso del suolo, cambiamento dell’uso del suolo e silvicoltura (LULUCF) nel quadro climatico ed energetico dell’UE.

È possibile una crescita a basse emissioni e resiliente ai cambiamenti climatici: l’UE sta continuando con successo a dissociare la crescita economica dalle emissioni. Tra il 1990 e il 2016, il PIL dell’UE è cresciuto del 53% mentre le emissioni totali sono diminuite del 22,4%. La quota dell’UE delle emissioni globali di gas a effetto serra è scesa da una stima del 17,3% nel 1990 al 9,9% nel 2012.

L’UE ritiene che un’azione collettiva ed equa, dove ognuno svolga la sua parte, sia il modo migliore per realizzare un’azione ambiziosa sul cambiamento climatico.