Risposta immediata alle emissioni illegali di CFC-11

Delegati nazionali, rappresentanti politici, gruppi della società civile, agenzie esecutive e attori dei settori inteerssati si sono riuniti a luglio a Vienna per il 40° Gruppo di lavoro aperto (OEWG) del Protocollo di Montreal. Questo incontro annuale rappresenta un’opportunità cruciale per le delibere multilaterali basate da valutazioni scientifiche nei mesi precedenti il ​​prossimo trentesimo incontro delle partiche si terrà a novembre e che funge da organo decisionale formale del protocollo.

Con oltre 140 delegazioni nazionali a disposizione, i rappresentanti si sono riuniti sullo sfondo di una sfida urgente a oltre 30 anni di recupero dello strato d’ozono.

Affrontando i resoconti di un persistente aumento delle emissioni di CFC-11 che riducono l’ozono, il segretario esecutivo del segretariato dell’Ozono per l’ambiente delle Nazioni Unite Tina Birmpili ha ricordato che il mondo guarda al Protocollo per risposte e azioni concrete. «È in questi momenti che i meccanismi della comunità internazionale hanno più valore che mai» ha affermato Birmpili. «Non possiamo rallentare la nostra vigilanza nemmeno per un attimo. Non possiamo permettere che questa situazione rimanga invariata. Qualsiasi consumo illegale e produzione di CFC-11 richiede un’azione decisiva».

Scoperti per la prima volta dai membri del Comitato di valutazione scientifica del Protocollo di Montreal e pubblicati su Nature, i delegati hanno presentato prove per cinque risultati chiave sull’aumento di emissioni di CFC-11:

  • Dal 2013, il calo annuale della concentrazione di CFC-11 in atmosfera è stato solo la metà rispetto al decennio precedente (2002-2012).
  • Le emissioni di CFC-11 sono aumentate dopo il 2012 e sono rimaste elevate in tutti gli anni successivi.
  • I dati di monitoraggio attualmente disponibili suggeriscono che l’Asia orientale sia la fonte di queste emissioni.
  • La scala delle osservazioni suggerisce una produzione illegale di CFC-11 dopo il phase-out globale del 2010.
  • Nonostante i conti presentati alle parti, le fonti esatte di queste emissioni devono ancora essere completamente verificate e contabilizzate.

La reazione delle parti riunite a Vienna ha sottolineato la necessità di una risposta urgente basata su una revisione completa delle ultime scoperte. In un processo che rifletta il procedere che ha reso il Protocollo di Montreal uno degli accordi multilaterali di maggiore successo e di maggior impatto al mondo, i delegati hanno concordato all’unanimità di quantificare, localizzare e fermare definitivamente queste emissioni.

La risposta vedrà tre prossime misure immediate:

  • Il gruppo di valutazione scientifica fornirà alle Parti una relazione sintetica sull’incremento inatteso delle emissioni di CFC-11, comprese informazioni aggiuntive sul monitoraggio e la modellizzazione atmosferica rispetto a tali emissioni.
  • Il gruppo di esperti tecnici e di valutazione economica fornirà alle parti informazioni sulle potenziali fonti di emissioni di CFC-11 e relative sostanze controllate dalla produzione potenziale e dagli usi, nonché dai depositi, che potrebbero aver prodotto emissioni di CFC-11 in quantità impreviste nelle regioni pertinenti.
  • Tutte le parti presenteranno informazioni scientifiche e tecniche pertinenti sul monitoraggio delle emissioni correlate entro il 1° marzo 2019.

Maggiori informazioni QUI