La gestione sostenibili degli accumuli di ODS – Un webinar

Si è tenuto settimana scorsa il webinar organizzato da GIZ Proklima sulla corretta gestione degli accumuli di sostanze ODS, quali refrigeranti e agenti schiumogeni messi in circolazione nel passato e oggi accumulatisi in ingenti quantità ad esempio in vecchi apparecchi di refrigerazione, nelle schiume isolanti o in cilindri.

L’emissione di questi accumuli (ODS banks in inglese) può contribuire in maniera significativa alla distruzione dello strato di ozono, oltre che al cambiamento climatico.

Variazione della tipologia di refrigeranti contenuta negli accumuli nel periodo 1990 e 20150 (proiezioni). Come si vede, ci si sposta verso uns empre maggior quantitativo di HFC.

Secondo quanto affermato durante il webinar, ogni anno questi accumuli rilascerebbero nell’atmosfera 1,5 GT di CO2eq, circa la quantitĂ  che potrebbero emettere 441 centrali a carbone. Tra l’altro, questi depositi contengono sempre piĂą HFC che, se non sono dannosi per l’ozono, lo sono però per il clima. (Figura a destra)

Per questo GIZ Proklima, su incarico del Ministero tedesco per l’ambiente BMU, ha iniziato un progetto nel 2013 che andrà avanti fino a  ottobre 2020 con 5 paesi – Ghana, Iran, Tunisia, Repubblica Dominicana , Colombia – il cui obiettivo è mettere a punto strategie nazionali sostenibili per la riduzione delle emissioni da depositi di ODS.

La classificazione dei depositi può esser fatta anche in base alla difficoltà di recupero.

In generale si può affermare che ODS che

  • sono contenuti in apparecchi con grosse quantitĂ 
  • sono concentrati geograficamente
  • non sono diluiti (quindi refrigeranti e non schiume isolanti)

sono piĂą facili da recuperare.

Il piano di lavoro per mettere a punto strategie di recupero vede i seguenti passaggi:

  1. Creare il giusto quadro legislativo che dovrebbe considerare, ad esempio:
    1. divieto di rilascio in atmosfera e recupero obbligatorio di ODS per la loro distruzione;
    2. controlli delle perdite;
    3. formazione ad hoc dei tecnici deputati al recupero.
  1. Creare un meccanismo di finanziamento della raccolta e distruzione

Uno schema valido deve distinguere tra apparecchi grossi e apparecchi domestici. Sono diversi gli schemi che hanno dimostrato di funzionare, ad esempio, un sistema di restituzione, tasse sulle emissioni, etc.

  1. Creare un efficiente sistema di raccolta: questo può costituire un problema laddove

la distribuzione geografica degli ODS sia a macchia di leopardo. Un buon meccanismo di raccolta dovrebbe definire attori e responsabilità in ogni settore, coinvolgere l’indotto, creare un programma e dei  centri di raccolta e infine, ovviamente, assicurarsi che quanto raccolto sia adeguatamente trattato. Il monitoraggio dei risultati è fondamentale per definire ulteriori politiche e azioni.

 Riciclare o distruggere?

Nel progetto è stato condotto uno studio per capire se convenga distruggere ODS nel Paese, creando apposite strutture o esportarli in Paesi che già possiedono tali strutture. Il risultato: fino a quantitativi di ODS di 10 T/anno conviene esportare gli ODS in paesi che già possiedono le strutture idonee per distruggerli, altrimenti i rientri di investimento sarebbero troppo lunghi.

Esperienze in Ghana

Le esperienze raccolte in Ghana per una gestione sostenibile degli ODS indicano che per questo Paese

  • Il processo di raccolta si autofinanzia con il recupero di materiali riutilizzabili dagli apparecchi dismessi;
  • Il gas viene raccolto e mandato all’estero;
  • La difficoltĂ  principale non consiste nella raccolta del refrigerante quanto piuttosto delle schiume isolanti;
  • La tecnologia di distruzione degli ODS è ancora troppo costosa per il Paese;
  • Il Ministero pensa a una esenzione fiscale per chi importa apparecchi a zero ODS e, al contrario, a una tassa per chi importa apparecchi che contengono sostanze con un elevato impatto sul clima.

Maggiori informazioni sulla gestione di ODS: QUI