2017: non proprio un anno fantastico per l’ambiente

Aumento mondiale delle emissioni di CO2 legate al consumo energetico

È appena stato pubblicato il rapporto “Global Energy and COStatus Report” dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), secondo cui il 2017 avrebbe visto a livello globale un aumento delle emissioni di CO2, un aumento dei consumi energetici e una diminuzione nel miglioramento dell’efficienza rispetto agli anni precedenti. La domanda energetica globale è cresciuta del 2,1% nel 2017 ovvero più del doppio del tasso di crescita nel 2016. La domanda globale di energia nel 2017 ha raggiunto circa 14.050 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) rispetto a 10 035 Mtep in del 2000.

I combustibili fossili hanno soddisfatto il 70% della crescita della domanda di energia in tutto il mondo. La domanda di gas naturale è aumentata di più, raggiungendo una quota record del 22% nella domanda totale di energia. Anche le energie rinnovabili sono cresciute fortemente, raggiungendo circa un quarto della crescita della domanda energetica globale, mentre l’uso nucleare ha rappresentato il 2% della crescita. La quota complessiva dei combustibili fossili nella domanda globale di energia nel 2017 è rimasta all’81%, un livello che è rimasto stabile per oltre tre decenni nonostante la forte crescita delle fonti rinnovabili.

I miglioramenti nell’efficienza energetica globale sono rallentati.  Il tasso di calo dell’intensità energetica globale, definito come l’energia consumata per unità di produzione economica, è arrivato a solo l’1,7% nel 2017, molto inferiore al miglioramento del 2,0% registrato nel 2016.

La crescita della domanda globale di energia si è concentrata in Asia, con Cina e India che insieme rappresentano oltre il 40% dell’aumento. La domanda di energia in tutte le economie avanzate ha contribuito per oltre il 20% alla crescita della domanda energetica globale, sebbene la sua quota nel consumo totale di energia abbia continuato a diminuire. Notevole crescita è stata registrata anche nel sud-est asiatico (che rappresentava l’8% della crescita della domanda energetica globale) e in Africa (6%), sebbene l’uso di energia pro capite in queste regioni rimanga ancora ben al di sotto della media globale.

Le emissioni globali di CO2legate all’energia sono aumentate dell’1,4% nel 2017, con un

PIL, richiesta energetica e relative emissioni di CO2, 2000-2017

aumento di 460 milioni di tonnellate (Mt) e hanno raggiunto un massimo storico di 32,5 Gt. La crescita dello scorso anno è arrivata dopo tre anni di emissioni piatte e contrasta con la forte riduzione necessaria per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

L’aumento delle emissioni di carbonio, equivalente alle emissioni di 170 milioni di automobili aggiuntive, è stato il risultato di una robusta crescita economica globale del 3,7%, di prezzi più bassi dei combustibili fossili e di sforzi di efficienza energetica più deboli. Questi tre fattori hanno contribuito a far salire la domanda globale di energia del 2,1% nel 2017.

La tendenza all’aumento delle emissioni, tuttavia, non è stato universale. Mentre la maggior parte delle principali economie ha visto un aumento delle emissioni di anidride carbonica, alcune altre hanno registrato un calo, come negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Messico e in Giappone.

Il più grande calo è venuto dagli Stati Uniti, dove le emissioni sono diminuite dello 0,5%, o 25 Mt, a 4 810 Mt di CO2, segnando il terzo anno consecutivo di calo. Mentre la conversione da carbone a gas ha svolto un ruolo importante nella riduzione delle emissioni negli anni precedenti, lo scorso anno il calo è stato il risultato di una maggiore generazione di elettricità basata su fonti rinnovabili e di un calo della domanda di elettricità. La quota di energie rinnovabili nella produzione di energia elettrica ha raggiunto un livello record del 17%, mentre la quota di energia nucleare si è mantenuta stabile al 20%.

Nel complesso, le economie asiatiche hanno rappresentato i due terzi dell’aumento globale delle emissioni di carbonio. L’economia cinese è cresciuta di quasi il 7% lo scorso anno, ma le emissioni sono aumentate solo dell’1,7% (o di 150 Mt) grazie al continuo dispiegamento di energie rinnovabili e al passaggio più veloce dal carbone al gas. Le emissioni di CO2della Cina nel 2017 hanno raggiunto i 9,1 Gt, quasi l’1% in più rispetto al loro livello del 2014. Mentre la domanda di carbone della Cina ha raggiunto il picco nel 2013, le emissioni legate all’energia sono nondimeno aumentate a causa dell’aumento della domanda di petrolio e gas. In India, la crescita economica ha sostenuto la crescente domanda di energia e ha continuato a far salire le emissioni, ma a metà del tasso osservato negli ultimi dieci anni. Le emissioni pro-capite dell’India lo scorso anno erano 1,7 tCO2, ben al di sotto della media pro capite globale di 4,3 tCO2. Le emissioni nell’Unione europea sono cresciute dell’1,5%, aggiungendo quasi 50 MtCO2, invertendo alcuni dei progressi compiuti negli ultimi anni principalmente a causa della robusta crescita del consumo di petrolio e gas. Il tasso di miglioramento dell’intensità energetica è sceso allo 0,5%, in calo rispetto all’1,3% dell’anno precedente. Anche le economie del Sud-est asiatico hanno contribuito all’aumento delle emissioni, con l’Indonesia che ha guidato la crescita con un aumento del 4,5% rispetto al 2016.

La crescita delle emissioni di biossido di carbonio legate al settore energetico nel 2017 è un forte avvertimento per gli sforzi globali volti a combattere i cambiamenti climatici e dimostra che gli attuali sforzi non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

Lo scenario di sviluppo sostenibile dell’EIA traccia un percorso verso la realizzazione di obiettivi climatici a lungo termine. In questo scenario, le emissioni globali devono raggiungere il picco a breve e diminuire drasticamente fino al 2020; questo calo ora dovrà essere ancora maggiore dato l’aumento delle emissioni nel 2017. La quota di fonti energetiche a basse emissioni di carbonio deve aumentare di 1,1 punti percentuali ogni anno, più di cinque volte la crescita registrata nel 2017.

Nel settore energetico, in particolare, la generazione da fonti rinnovabili deve aumentare di una media di 700 TWh all’anno in tale scenario, un aumento dell’80% rispetto all’aumento di 380 TWh registrato nel 2017. Secondo il rapporto, la tecnologia Carbon Capture, Usage and Storage (CCUS) svolge un ruolo importante per la riduzione delle emissioni nel settore industriale e dell’energia.