Cambiamento climatico e consumo elettrico in Europa – Uno studio

(Cliccare per ingrandire) Cambiamento percentuale del carico di picco giornaliero tra il periodo 2006-2012 e il periodo 2080-2099, in uno scenario di minore (a sinistra) o maggiore (a destra) aumento di temperatura. In entrambi gli scenari, anche se con le dovute differenze, si nota una polarizzazione verso Sud delle potenze di picco richieste, con una diminuzione in Nord Europa (fino anche a un 6%) e un aumento in Sud Europa. In Italia la domanda sembra essere in diminuzione o costante. FONTE: Articolo citato, PNAS.

Uno studio pubblicato di recente nella rivista statunitense Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) afferma che l’aumento di temperature dovuto all’effetto serra antropogenico cambierà le modalità di consumo elettrico in Europa. Una squadra di ricercatori tedeschi e americani ha analizzato cosa possa significare il riscaldamento globale per la richiesta di energia elettrica in Europa.

Per la prima volta è stato preso in considerazione il consumo orario elettrico in 35 paesi europei per via di evidenze che l’influenza del cambiamento climatico influenzerà il funzionamento della rete non di singoli paesi in modo isolato, ma di più ampie regioni, interconnesse tra loro nella rete elettrica . E cosi è risultato: «I picchi di consumo in Europa si sposteranno dal Nord al Sud e dall’inverno all’estate» afferma Leonie Wenz del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) e tra gli autori dello studio.

«Quantificare il rapporto tra calore e comportamento umano è la frontiera degli studi sul cambiamento climatico. Vi sono evidenze sul fatto che quando fa caldo aumenta lo stress, le persone sono più aggressive, la qualità dell’aria è peggiore e la produttività industriale e agricola soffre. La soluzione attuale è il condizionamento dell’aria per creare ambienti di lavoro e di vita raffrescati. Ma questo influenza notevolmente il consumo elettrico» aggiunge Max Auffhammer della University of California, Berkeley e co-autore dello studio.

Le modalità di vita in Europa si adeguano abbastanza velocemente all’aumento di temperatura. Basta analizzare i picchi di vendite dei condizionatori dopo le estati più calde dell’ultimo ventennio. Inoltre: «Pochi decenni fa poche erano le auto dotate di un condizionatore. Oggi praticamente tutte le auto che arrivano sul mercato lo sono. Lo stesso andamento si avrà probabilmente con gli edifici per questioni non solo di confort ma di necessità. La gente avrà bisogno di raffrescare gli ambienti di lavoro e domestici per mantenere la propria produttività e qualità della vita» afferma il co-autore Anders Levermann del PIK e della Columbia University in New York.

Mentre lo studio indica che l’effetto previsto del cambiamento climatico sul consumo elettrico europeo nel suo insieme è basso, lo spostamento del consumo di energia elettrica spaziale e stagionale sarà una sfida fondamentale per l’Europa. «Ciò avrà conseguenze importanti per le infrastrutture di trasmissione, le capacità di generazione di picco e le esigenze di stoccaggio – per adattarsi al riscaldamento che è già inevitabile a causa delle emissioni di gas a effetto serra del passato. Il modo più semplice per limitare gli impatti del cambiamento climatico resta quello di osservare il Protocollo di Parigi e tenere l’aumento della temperatura ben al di sotto di 2 gradi Celsius» conclude Anders Levermann.

QUI l’articolo pubblicato su PNAS

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