Europa: rimane il divieto sugli HFC al 2022

All’articolo 21, paragrafo 3 del regolamento sui gas fluorurati 517/2014 ( QUI ) si legge:

Esempio di progetti per sistema centralizzato conforme alla disposizione del 2022: CO2 in cascata

«Entro il 1° luglio 2017 la Commissione pubblica una relazione di valutazione del divieto a norma dell’allegato III, punto 13, che esamina in particolare la disponibilità di alternative economiche, tecnicamente praticabili, efficienti sotto il profilo energetico e affidabili ai sistemi di refrigerazione centralizzati multipack di cui a tale disposizione. Alla luce di tale relazione, la Commissione presenta, se del caso, una proposta legislativa al Parlamento europeo e al Consiglio allo scopo di modificare la disposizione a norma dell’allegato III, punto 13».

Si tratta, in altre parole, di una clausola di revisione del regolamento che richiede che la Commissione valuti la fattibilità di un divieto di HFC con un GWP superiore a 150 in sistemi di refrigerazione centralizzati multipack, la cui entrata in vigore sarebbe prevista a partire dal 2022.

Il requisito, che entrerà in vigore nel 2022 e oggetto della presente relazione, vieterà l’impiego di gas fluorurati a effetto serra con un potenziale di riscaldamento globale medio-alto per la maggior parte dei sistemi centralizzati di nuova installazione. Con il termine “sistemi centralizzati” s’intendono i sistemi in cui la capacità di refrigerazione per l’intero magazzino è prodotta a livello centrale in un unico luogo, spesso in una sala macchine separata. I sistemi di refrigerazione installati attualmente in grandi supermercati e ipermercati sono in gran parte i cosiddetti “sistemi di refrigerazione centralizzati multipack”

Esempio di progetti per sistema centralizzato conforme alla disposizione del 2022: sistema multipack a espansione diretta

Al fine di tale revisione, la Commissione ha valutato la disponibilità di alternative agli HFC economiche efficaci, tecnicamente fattibili, efficienti dal punto di vista energetico e affidabili in questo settore.

Il risultato di questa valutazione è che il 4 agosto la Commissione europea ha deciso di mantenere il divieto di HFC nell’UE come previsto originariamente dal regolamento. Le motivazioni di tale decisioni sono estrapolabili dal documento pubblicato dalla Commissione stessa e disponibile anche in italiano QUI.

In breve: «Secondo quanto emerso, la tecnologia della CO2 e altre tecnologie senza HFC stanno iniziando a essere impiegate ampiamente. Una serie di alternative tecnicamente fattibili, che saranno autorizzate sui sistemi di nuova installazione dopo il 2022, è già disponibile sul mercato ed è attualmente usata dai commercianti al dettaglio nei negozi. Queste opzioni tecnologiche disponibili comprendono

  • sistemi centralizzati che usano la CO2 come refrigerante in un cosiddetto “ciclo transcritico”,
  • una serie di diversi tipi di sistemi centralizzati indiretti e
  • sistemi costituiti da unità stand-alone che usano diversi refrigeranti con un basso potenziale di riscaldamento globale.

Efficacia dei costi  – Nel documento si affrontano anche le questioni legate ai costi e alla efficienza energetica. Più precisamente vi si legge: «Alcuni soggetti interessati hanno individuato nei costi di investimento iniziali – soprattutto nei negozi di medie dimensioni (40-100 kW) – e nelle perdite di efficienza energetica se i sistemi funzionano a temperature ambiente più elevate, degli ostacoli a un’applicazione universale delle opzioni tecnologiche che soddisfano il requisito dell’allegato III. È difficile fare dei confronti obiettivi fra diverse tecnologie in quanto una serie di fattori, tra cui le condizioni locali e le caratteristiche dei progetti di sistema, influenza le prestazioni di ogni sistema.

Esempio di progetti per sistema centralizzato conforme alla disposizione del 2022: circuito di refrigerazione secondario a media temperatura (MT) e cascata di CO2 a bassa temperatura (LT)

Tuttavia, l’ampio feedback tecnico ricevuto indica che è possibile produrre e far funzionare sistemi efficienti sotto il profilo energetico per tutti e tre i tipi di sistemi alternativi descritti sopra. Per tutte queste tecnologie, diversi casi di studio hanno sottolineato il potenziale di un significativo risparmio energetico rispetto ai sistemi tradizionali con HFC usati attualmente.

Inoltre le tecnologie alternative offrono altre modalità di risparmio energetico. Il recupero di calore nei sistemi semi-plug-in può incrementare sensibilmente il risparmio energetico riducendo l’energia necessaria per riscaldare il negozio, alimentare il sistema di ventilazione e fornire acqua calda. L’uso di diverse combinazioni delle opzioni tecnologiche disponibili può offrire soluzioni integrate ancora più performanti che forniscono al negozio anche riscaldamento, ventilazione, aria condizionata e acqua calda.

In molti casi i miglioramenti dell’efficienza energetica fanno lievitare i costi di investimento iniziali delle apparecchiature. Tuttavia, il conseguente risparmio nel consumo di energia compensa i costi iniziali più elevati nell’arco di qualche anno o anche meno.

Si prevede, infine, un significativo calo dei prezzi per tutte le opzioni di tecnologie alternative. Al tempo stesso, l’efficienza energetica migliorerà ulteriormente grazie alla crescita dei volumi, alla disponibilità, alla concorrenza e all’aumento dell’efficienza produttiva. La Svizzera, paese dalle politiche molto progressiste in questo settore, offre buon esempio nella previsione degli sviluppi futuri. Nel giro di cinque anni, i costi sia d’investimento sia di consumo energetico per la refrigerazione sono calati di oltre il 30%, percentuale paragonabile al periodo che va da oggi alla data di entrata in vigore del requisito 2022.

Efficienza energetica – Alcuni attori del settore hanno segnalato le specificità dell’Europa meridionale, in quanto le condizioni climatiche durante i mesi estivi hanno un impatto sull’efficienza energetica dei sistemi a CO2 transcritica. Sebbene queste preoccupazioni possano essere state reali per la prima generazione di questi sistemi – i cosiddetti sistemi “booster” a CO2 transcritica – esse non sono più valide per i sistemi a CO2 avanzati disponibili attualmente, che sono in grado di garantire livelli ottimali di efficienza energetica anche in climi più caldi se incorporano i più recenti sviluppi tecnologici. A conferma di quanto sopra, numerosi impianti a CO2 transcritica installati in Spagna, Portogallo e Italia, indicano miglioramenti dell’efficienza energetica rispetto agli impianti a

cascata diretta con circolazione di HFC/ CO2 e ai sistemi con HFC. In effetti tali sistemi, detti anche a CO2 subcritica, sono stati usati come valida alternativa con buone prestazioni sotto il profilo energetico. Analogamente, uno studio spagnolo basato sulla modellizzazione matematica dimostra che i sistemi a CO2 transcritica di ultima generazione reggono bene il confronto, anche in condizioni ambientali difficili, con i più recenti sistemi a cascata di HFC/ CO2 che usano un nuovo refrigerante (R513A). Inoltre, va tenuto presente che la CO2 transcritica non è l’unica opzione tecnologica a disposizione degli utenti finali negli Stati membri meridionali e che è possibile ottenere ottime prestazioni in termini energetici anche con i sistemi indiretti o autonomi. I sistemi indiretti hanno dato ottimi risultati in altre località con climi caldi nel mondo e le soluzioni autonome basate su idrocarburi e CO2 , ad esempio, in Spagna hanno dimostrato di consentire un risparmio energetico superiore al 20% rispetto ai sistemi autonomi con HFC.

QUI gli allegati al documento della Commissione, con l’indicazione degli impianti per supermercati consentito dopo il 2022, in italiano