La certificazione F gas in Italia: a che punto siamo?

Già nel 2006 con il primo regolamento europeo sugli F gas, si sottolineava l’importanza della certificazione professionale di persone e aziende che fossero coinvolte nella installazione, gestione e manutenzione di impianti di condizionamento e refrigerazione contenenti F gas. Proprio lì, in quella regolamentazione di 11 anni fa, sono le radici della “certificazione” o “patentino” di cui tanto si parla. Il regolamento è stato adottato in Italia con una “personalizzazione”, ovvero la creazione di un registro telematico nazionale di persone e aziende operanti nel settore del regolamento 303/2008. Il registro è stato istituito circa 4 anni fa su iniziativa del Ministero dell’Ambiente ed è attualmente gestito dalle camere di commercio. Esso ha una duplice funzione:

  • è un censimento di aziende e persone operanti nel settore;
  • è una indicazione di quante e quali aziende/persone siano certificate.

Al dicembre 2016 le persone registrate erano 78.500 ma quelle certificate erano 56.500. Per le aziende quelle registrate erano 50.200 ma quelle certificate solo 24.200.

Ciò che quindi si nota – afferma Cristina Norcia – Bureau Veritas, intervenuta alla XVII Conferenza Europea sulle tecnologie della refrigerazione organizzata a Milano dal Centro Studi Galileo, è che vi è una buona parte di aziende/persone che, pur consapevoli degli obblighi normativi (perché si è iscritta al registro) non ha concluso l’iter di certificazione. Non vi è poi naturalmente nessuna misura di quante siano le aziende/persone nemmeno iscritte al registro. Questi dati evidenziano sicuramente che ancora un grosso lavoro di informazione deve essere svolto presso tecnici e aziende.

Il nuovo regolamento F gas 517/2014 non disconosce in termini di formazione il regolamento precedente ma il suo campo di applicazione si amplia. Esso ha ad esempio come tema anche il recupero dei gas dagli impianti o gli obblighi di etichettatura dei prodotti contenenti F gas; amplia inoltre l’obbligo di certificazione anche a chi si occupa di celle frigo e rimorchi frigo, commutatori e cicli rankine; indica che tutti i certificati già emessi restano validi e che sono gli Stati membri che devono assicurare la disponibilità di formazione. Il Ministero sta ora lavorando con le associazioni di settore a una specifica italiana del regolamento, specifica che si crede arriverà nei prossimi mesi.