Il POLITO sfrutta la geotermia per la climatizzazione degli edifici

L’evoluzione del nostro sistema di vita ha portato al progressivo esaurimento dei combustibili tradizionali  provocando cambiamenti climatici quali l’aumento della temperatura globale, imputabile alle emissioni di gas serra, imponendo l’adozione di nuovi modelli energetici.

La soluzione naturale è il graduale abbandono dei combustibili fossili a favore delle fonti rinnovabili riconosciute dalle normative europee (fonte eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, mareomotrice, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione, biogas) le cui principali caratteristiche sono la disponibilità e una capacità rigenerativa superiore al loro stesso consumo.

Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica del Politecnico di Torino, guidati da Marco Barla, sta portando avanti un progetto basato sulla geotermia a bassa entalpia, realizzabile cioè in ogni luogo del pianeta, che ha l’obiettivo di utilizzare l’energia prodotta dalle gallerie della linea 1 della metropolitana torinese, costruita in occasione delle Olimpiadi del 2006, per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici circostanti.

L’idea di del team di progetto del Politecnico di Torino è focalizzata sulla attivazione termica dei rivestimenti delle gallerie urbane per sfruttare l’inerzia termica del sottosuolo. Nei 10 metri sotterranei della metro la temperatura è attestata su circa 14 gradi: in inverno lo scambio di energia che avverrà fra le due superfici porterà maggior calore nelle case, mentre in estate avverrà il processo inverso.

La sperimentazione interesserà già a partire da marzo il capolinea del prolungamento sud della Metro torinese con il team del Politecnico torinese orientato a licenziare il brevetto ai Paesi europei che hanno formulato la richiesta, come ad esempio la Polonia, che vorrebbe applicare il sistema progettato a Torino alla metro di Varsavia.

L’utilizzo della geotermia in strutture sotterranee è iniziato una trentina di anni fa in Austria, con le gallerie geotermiche che vengono attivate grazie all’installazione di “conci” (blocchi di pietra squadrata utilizzati per costruzioni) prefabbricati in calcestruzzo contenenti rete di tubi in materiale plastico, all’interno dei quali scorre il fluido termoconvettore per il trasferimento del calore dal terreno agli edifici e viceversa, eseguito attraverso pompe di calore.

Grazie al progetto del POLITO è stato messo a punto un nuovo concio energetico modulare prefabbricato, denominato Enertun, destinato alla realizzazione di rivestimenti ad anelli di gallerie energetiche, di semplice fabbricazione e manutenzione, economico, affidabile ed adattabile alle specifiche necessità.