Quasi 200 paesi hanno preso una decisione storica il 15 ottobre a Kigali, in Ruanda, la decisione di agire per fermare il cambiamento climatico riducendo le emissioni di HFC, una mossa che potrebbe prevenire fino a 0,5 gradi Celsius di riscaldamento globale entro la fine di questo secolo.

L’emendamento al Protocollo di Montreal approvata a Kigali  – da cui il nome di Emendamento di Kigali – è il più grande contributo singolo che il mondo ha fatto per mantenere l’aumento della temperatura globale “ben al di sotto” dei 2 gradi centigradi, un obiettivo concordato alla conferenza sul clima di Parigi lo scorso anno.

«L’anno scorso a Parigi abbiamo promesso di preservare il mondo dai peggiori effetti dei cambiamenti climatici. Oggi stiamo eseguendo un passo fondamentale verso quella promessa» ha affermato Erik Solheim, capo delle Nazioni Unite – Ambiente. «In gioco vi è molto di più che lo strato di ozono e gli HFC. Si tratta di una dichiarazione chiara da parte di tutti i leader mondiali che la trasformazione verde iniziata a Parigi è irreversibile e inarrestabile. E mostra che i migliori investimenti sono quelli in tecnologie pulite ed efficienti».

Il cosiddetto “Emendamento di Kigali” al protocollo di Montreal imposta tabelle di marcia diverse per i paesi sviluppati e in via di sviluppo per congelare la produzione e l’uso dei gas serra HFC e quindi ridurrli.

Programma di riduzione e finanziamento

Il presidente di MOP 28 Vincent Biruta batte l'adozione dell'emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal
Il presidente di MOP 28 Vincent Biruta batte l’adozione dell’emendamento di Kigali al Protocollo di Montrealroto

Dopo sette anni di negoziati, le 197 parti protocollo di Montreal hanno raggiunto un compromesso in base al quale i paesi sviluppati inizieranno il phase down degli HFC entro il 2019. I paesi in via di sviluppo seguiranno con un congelamento dei livelli di consumo di HFC nel 2024, ma alcuni paesi hanno scelto di iniziare il congelamento dei consumi nel 2028. Alla fine del 2040 tutti i paesi sono tenuti a consumare non più del 15-20% delle loro rispettive quote di base.

I paesi hanno inoltre convenuto di fornire finanziamenti adeguati per la riduzione HFC, il cui costo è stimato in miliardi di dollari a livello globale. L’importo esatto del finanziamento supplementare sarà concordato in occasione della prossima riunione delle parti a Montreal, nel 2017. Sovvenzioni per la ricerca e lo sviluppo di alternative agli HFC a prezzi accessibili sarà la priorità più immediata. L’ Emendamento di Kigali arriva solo pochi giorni dopo altre due pietre miliari di azione climatica: il sigillo dell’accordo internazionale per ridurre le emissioni prodotte dal trasporto aereo e il raggiungimento della massa critica per ratificare l’accordo sul clima di Parigi ( QUI ).

Dal punto di vista della ong tedesca GermanWatch ora dovrebbero essere create cooperazioni per consentire ad alcune regioni riduzioni più veloci di quanto concordato. Per implementare l’accordo, infatti, è fondamentale che gli Stati inizino il più presto possibile a passare tecnologie efficienti energeticamente e sostenibili. E afferma: «L’accordo di Kigali dimostra che i governi prendono sul serio l’accordo sul clima di Parigi. Con questa stessa dinamica dovrebbero ora andare ai primi di novembre alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Marrakech. Lí si cerchera’ di fare importanti passi avanti nella progettazione della convenzione di Parigi e nel fornire un sostegno finanziario ai paesi in via di sviluppo per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici».

Soddisfatta l’EPA – US Environmental Protection Agency. In una nota, Gina McCarthy amministratrice di EPA, afferma: «Sebbene abbiamo visto molti successi significativi sotto la guida del presidente Obama nella lotta contro i cambiamenti climatici, questa giornata sarà senza dubbio ricordata come una delle più importanti nel nostro sforzo per salvare il pianeta, quello che abbiamo. È veramente un momento emozionante per tutti noi che hanno lavorato così duramente per raggiungere questo nuovo livello di successo e come capo della delegazione degli Stati Uniti, non potrei essere più soddisfatta del risultato dei negoziati e della nostra determinazione collettiva. Le prospettive per il futuro del nostro pianeta sono luminose». ( QUI )

Soddisfatta anche EIA – Environment Investigation Agency – che afferma: «L’85% dei paesi in via di sviluppo si sono impegnati per una partenza del programma al 2024, che è un risultato molto significativo. Secondo i nostri calcoli iniziali questo accordo eviterà oltre 70 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2eq entro il 2050 – che significherà evitare un mezzo grado di aumento della temperatura».

Maggiori informazioni:

  • QUI la notizia sulla pagina della Commissione Europea
  • QUI il centro stampa di UNEP
  • QUI un documento di EIA
  • QUI il blog di Gina McCarthy, amministratrice EPA
  • QUI la notizia riportata da IISD reporting service