La refrigerazione del futuro? Magnetica ed ecocompatibile

Preparazione all’interno della glove box (in atmosfera inerte) di materiali da impiegare nella refrigerazione magnetica
Preparazione all’interno della glove box (in atmosfera inerte) di materiali da impiegare nella refrigerazione magnetica. (Fonte: INRIM)

Conosciuta già negli anni Trenta come sistema per congelare a basse temperature, solo oggi, grazie all’evoluzione dei nuovi materiali, l’idea è diventata realtà concreta.

Stiamo parlando della refrigerazione magnetica, a cui si dedica in questi giorni a Torino la settima conferenza internazionale organizzata dall’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM).

Adatta anche ai grandi impianti di refrigerazione, la nuova tecnologia sfrutta le proprietà dei materiali magnetocalorici, capaci di variare la temperatura in base all’esposizione o meno a un campo magnetico. In sintesi, questi materiali si magnetizzano sotto l’influsso del campo magnetico e si smagnetizzano in caso contrario, assorbendo calore e raffreddando l’ambiente circostante.

Nell’ambito della ricerca di nuove soluzioni volte al risparmio energetico e alla riduzione dell’anidride carbonica immessa nell’atmosfera, la refrigerazione magnetica appare molto promettente poiché può essere fino al 30% più efficiente di quella convenzionale e poiché consente di ridurre le emissioni di HFCs, i gas ad effetto serra usati oggi come refrigeranti nei frigoriferi. Dato non irrilevante se si pensa che, mantenendo gli attuali livelli di utilizzo, questi gas potrebbero arrivare a generare tra il 28% e il 45% delle emissioni globali di CO2 equivalente nel 2050.

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